Il New York Times (NYT) non sta più sulla notizia. Almeno per quanto riguarda l’evoluzione tecnologica. La storica testata giornalistica americana resta ancora saldamente legata al cartaceo, mentre i capitali degli inserzionisti pubblicitari continuano a spostarsi sui supporti digitali, e questo le impedisce di registrare miglioramenti nella crescita del fatturato.
Il mercato non guarda ai fondamentali
Da inizio anno, però, il titolo ha guadagnato il 30% e ora è scambiato a prezzi attorno agli 11 dollari, con un premio quindi superiore al 90% rispetto alla stime del nostro prezzo obiettivo che è invece di sei dollari. La nostra raccomandazione, quindi, è quella di non esporsi sul titolo. Il gruppo americano sembra impreparato ad affrontare l’ultima rivoluzione del mondo dell’editoria. L’offerta crescente di informazione on-line sta cambiando le abitudini dei lettori, che abbandonando progressivamente il cartaceo (che per il NYT significa i tre quarti dei suoi ricavi di vendita) a vantaggio dei supporti digitali come tablet o smartphone. Questo fa sì che gli inserzionisti pubblicitari decidano di riallocare i loro investimenti sui nuovi canali di informazione, che gli permettono inoltre di colpire meglio il target delle loro campagne. La forte concorrenza per accaparrarsi la rimanente spesa pubblicitaria sul cartaceo e la negativa congiuntura economica degli Usa, contribuiscono a spiegare il forte calo del giro d’affari negli ultimi tre anni.
Le colpe del management
L’operato del management, è stato rivolto a tutelare i margini di profitto attraverso la dismissione di attività non cruciali per il core-business dell’azienda, ma il timore dei nostri analisti è che, data la scarsa capacità di far crescere i ricavi, questa strategia porti progressivamente ad intaccare anche i segmenti ancora redditizi. Rimaniamo inoltre scettici circa la capacità del NYT di monetizzare al meglio il suo investimento nel digitale. Molte testate, infatti, concedono gratis i loro contenuti editoriali, e questo rende poco attraente l’offerta di contenuti premium a pagamento da parte dei quotidiani del gruppo. I nostri analisti stimano per i prossimi cinque anni un ulteriore flessione del fatturato, che dovrebbe calare ad un tasso medio negativo dello 0,8%. Questo però non dovrebbe avere forti ripercussioni sui margini di profitto, che tenderanno a mantenersi sui livelli correnti.
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