La previdenza integrativa non sa ancora viaggiare all’estero. A fronte di una maggiore mobilità professionale in Europa, i fondi pensione cross border (strumenti previdenziali condivisi su base comunitaria) diminuiscono. A dirlo è l’ultimo report dell’European Insurance and Occupational Pensions Authority (Eiopa) che riporta come tra giugno 2012 e giugno 2013 si siano attivati due nuovi fondi pensione cross border, ma quattro abbiano chiuso i battenti. Il numero complessivo quindi scende rispetto al 2011, da 84 a 82.
Ospiti e ospitanti
A diminuire (di tre unità) è anche il numero di paesi in cui il fondo pensione transfrontaliero opera e che applica la relativa normativa (host state), che scendono a 19. La ragione, dice il report, è da attribuire alla cessione delle attività di un fondo che vedeva come host state Danimarca, Estonia e Finlandia.
Non varia, ma neppure cresce il numero degli stati che danno sede legale ai fondi pensione (home country) rimanendo fissi a nove. L’Italia non figura tra questi ed è host state solo per due fondi pensione (domiciliati uno in Belgio e l’altro in Lussemburgo).
L’evoluzione del settore appare quindi ancora molto lunga. Eiopa sottolinea come sia difficile il contesto dei 27 paesi membri dell’Unione europea, ognuno con strutture finanziarie e legislazioni sociali diverse, da alcuni Paesi nordici fortemente avanzati, ai Paesi dell’est come l’Ungheria dove il sistema pensionistico è nazionalizzato.
Propositi comuni
L’incremento dell’attività cross border della previdenza integrativa è uno dei punti chiave sia del Libro Bianco delle pensioni preparato dalla Commissione europea, sia della direttiva Iorp (relativa al funzionamento e alla supervisione degli enti pensionistici aziendali e professionali) ancora in corso di revisione. L’obiettivo non è solo quello di garantire meccanismi di protezione necessari ai cittadini che vivono o lavorano all’estero, ma soprattutto quello di stipulare degli standard minimi comuni di regole che consentano di acquisire e conservare gli stessi diritti fuori dai propri confini nazionali e soprattutto non subire una doppia imposizione fiscale.
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