La gestione e il mantenimento di un portafoglio diversificato dopo il pensionamento richiede la valutazione di diverse variabili: domandarsi se si è stati in grado di risparmiare abbastanza fino a quel momento, quanto si può prelevare in modo sicuro senza esaurire il reddito e quale asset allocation preferire per evitare brutte sorprese nell’immediato futuro. Non meno importante è la capacità di fronteggiare l’emotività di fronte ad andamenti altalenanti dei mercati, bassi rendimenti e incertezza sulla volatilità.
Quanti secchi servono?
La strategia bucket cerca di rispondere ad alcune di queste preoccupazioni. Uno dei suoi primi devoti, Harold Evensky, famoso financial planner americano, ha elaborato la metodologia dei due secchi: uno adibito a detenere liquidità per le spese urgenti e uno per gli asset a più lungo termine, come azioni e obbligazioni. C’è una strategia simile che prevede più conti ai quali attingere una volta che si è fuori dal mercato del lavoro. Consiste nella formazione di tre bucket: il primo è una sorta di conto corrente o deposito di durata di circa due anni. Il secondo è invece investito in fondi obbligazionari di alta qualità con una durata media per ridurre il rischio di tasso di interesse e aumentare la diversificazione (anche se i fondi sono soggetti ai rischi del mercato e alle fluttuazioni, l’obiettivo è che generino un rendimento maggiore complessivo rispetto ai risparmi detenuti nel primo bucket). Nel terzo contenitore vanno invece quegli investimenti azionari selezionati in un’ottica di lungo periodo, soprattutto in titoli azionari che pagano dividendi.
Fare i conti con la realtà
In tutti e tre i casi, gli investimenti vengono decisi basandosi sempre sulla tolleranza al rischio e sugli obiettivi complessivi in termini di tenore di vita.
Secondo un’analisi di Capital Analisys se un pensionato ha bisogno di produrre 50 mila euro l’anno, utilizzando questo tipo di strategia egli dovrebbe tenere 100 mila euro in banca in un conto corrente, 150 mila investiti in bond a breve/medio termine e 750 mila investiti in un portafoglio diversificato di azioni preferendo quelle che pagano dividendi. Se l’obiettivo di questo pensionato fosse però quello di avere un portafoglio bilanciato con un 50% di azioni e l’altro 50% di bond e liquidità, allora il terzo bucket dovrebbe essere formato da 500 mila euro in stock e i restanti 250 mila in obbligazioni.
I tre secchi dovrebbero essere strutturati in modo tale che tutti gli interessi dei bond e i dividendi delle azioni vengano trasferiti sul conto corrente dove è depositata la liquidità.
Sentirsi più sicuri
Fra i vantaggi di questi sistemi c’è quello psicologico. Il flusso di reddito è costante per qualche anno. La strategia prevede un continuo aggiustamento dei pesi. In questo modo quando il risparmiatore incorre negli inevitabili alti e bassi dei fondi azionari, ha comunque un flusso di reddito derivante dai dividendi che vanno a riempire il primo secchio. L’allocation azionaria certo non dà garanzie, ma storicamente ha mostrato di produrre una crescita dei rendimenti maggiore rispetto all’aumento del costo della vita.
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