Dominion regalerà elevati rendimenti anche in futuro, ma va trattata con le molle. Almeno per ora. Le sue quotazioni sono in linea con la nostra stima del prezzo obiettivo, che è di 56 dollari, e la raccomandazione è quindi quella di mantenere un atteggiamento prudente, in attesa di una nuova fase ribassista che garantisca margini di guadagno più elevati. Il management, inoltre, ha fissato un payout (ovvero la percentuale degli utili distribuiti agli azionisti) del 70%, e questo significherebbe per l’investitore una crescita media del 5% del dividendo per i prossimi anni.
Il vantaggio è nel nucleare
La società americana è attiva nei segmenti di produzione di e distribuzione di elettricità e gas. Nel ramo della distribuzione ha il vantaggio di godere di un monopolio naturale nato dal fatto di essere l’unico operatore negli Stati americani della Virginia, North Carolina, Ohio e West Virgnia. Ma la regolamentazione del settore da parte delle autorità, che ha lo scopo contenere i costi per gli utenti, ha l’effetto negativo di limitarne la profittabilità. Le attività, invece, che promettono di garantirle elevati rendimenti del capitale nel lungo periodo sono quelle relative agli impianti di energia nucleare. Non solo perché gli permettono di produrre a costi molto più bassi rispetto a qualsiasi centrale a carbone, ma anche perché i vincoli alla costruzione di altre centrali nucleari, nonché i tempi e l’ingente impiego di capitale che questa necessita, impediscono l’ingresso di nuovi competitor.
Il management è garanzia di rendimento
Su fatturato e margini di profitto, però, pesa il fattore legato ai prezzi delle materie prime, ancora caratterizzati da una fase di volatilità. Nonostante questo, per i prossimi cinque anni i nostri analisti si aspettano una crescita dei ricavi attorno al 7% annuo e un sensibile miglioramento anche del margine operativo, che dal 12,3% del 2012 si porterà progressivamente al 26% nel 2017. La fiducia in questi numeri è giustificata dal buon operato fin qui mostrato dal management del gruppo. Negli ultimi anni il titolo ha dato un rendimento complessivo del 65%, ben oltre la media del settore, e questo grazie alla capacità dei suoi dirigenti di allocare in maniere produttiva il capitale e di dismettere, nel tempo, quelle non in sinergia con il core-business dell’azienda.
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