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Una guida per calcolare la speranza di vita

Ai fini previdenziali, le statistiche generaliste sono poco utili. Come fare stime più coerenti con la propria età, tenendo in considerazione i fattori di rischio.  

Adam Zoll 19/09/2013 | 10:15
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La stima di quanto risparmiare per la pensione è la parte più semplice della pianificazione previdenziale; la vera sfida è calcolare quanto dovranno durare i soldi. Infatti, è impossibile sapere in anticipo fino a che età si vivrà. Tuttavia, è una variabile fondamentale, come il tasso di risparmio, la stima dei rendimenti e della rendita. Molti utilizzano le statistiche governative sulla speranza di vita, ma queste hanno dei limiti.

Esistono strumenti di calcolo basati sul sesso e sulla data di nascita, che rappresentano dei punti di partenza, ma sono troppo generalisti per essere utili. La speranza di vita è tipicamente una previsione, un valore medio date certe caratteristiche della popolazione. Ai fini della pianificazione previdenziale, invece, serve un quadro più completo.

L’agenzia americana per la previdenza sociale produce delle stime per le diverse fasce di età (in Italia, l’Istat ha tavole di questo tipo, Ndr). Attraverso queste statistiche, emerge che molti uomini e donne vivranno ben oltre la media. Negli Usa, la speranza di vita media per un maschio 65enne è di 19,2 anni, ma il 29% si prevede arrivi a 90 anni e il 3% a 100. Le percentuali sono ancora più significative tra i giovani. Se ci si basa solo sui valori medi, si rischia di non avere sufficienti risorse per vivere durante la vecchiaia.

Per gli individui che vogliono essere il più possibile certi di non rimanere “a secco”, pianificare la pensione in modo che duri oltre i 100 anni è un obiettivo lodevole, anche se poco realistico. Più a lungo devono durare i soldi, minore sarà la somma da riscattare di anno in anno. Provare a preservare il patrimonio per l’eventualità di vivere più a lungo della media implica il fare delle rinunce in termini di qualità di vita. Meglio fare un piano basato sulle stime della speranze di vita più coerenti con le proprie caratteristiche (età e genere) ed eventualmente quelle del proprio partner.

I principali fattori di rischio
Abbiamo chiesto a due esperti, Maureen Leydon di MetLife e Joe Tomlinson (attuario e financial planner certificato), il ruolo di alcuni fattori nel determinare la speranza di vita.

Salute. Per Leydon è uno degli elementi più importanti. Cancro e malattie cardiovascolari, respiratorie e del sangue sono al top dei rischi, ma è importante considerare anche la longevità familiare, l’altezza, il peso e l’uso di tabacco. Altre domande che pone ai clienti riguardano il fatto che siano state diagnosticate malattie croniche, si effettuino visite mediche periodiche o si assumano medicinali. Tomlinson elenca più o meno gli stessi fattori, oltre all’assunzione di alcolici e alla pratica di regolari esercizi fisici.

Lavoro. Leydon considera degno di nota se una persona fa un lavoro pericoloso o è nell’esercito. Un altro fattore riguarda i benefit sanitari offerti dall’azienda, perché un pericolo è proprio il non poter accedere alle cure sanitarie.

Reddito. Non è un fattore rilevante ai fini della valutazione di un potenziale sottoscrittore di una polizza vita, tuttavia è un elemento che può incidere sulla salute di un individuo. “Ci sono indizi che la speranza di vita complessiva sia in aumento, in particolare per chi è più in alto nella scala sociale”, dice Tomlinson. Secondo le stime elaborate nel 2008 dal Congressional Budget Office, nel 1980 la speranza di vita alla nascita era di 2,8 anni più grande per i benestanti rispetto ai meno abbienti; nel 2000 il gap era cresciuto a 4,5 anni. Tra i 65enni, è passato da 0,3 a 1,6 anni nello stesso periodo di tempo. Le ragioni sono molte, tra cui le crescenti disparità, lo stile di vita, l’obesità, il fumo e l’accesso a cure mediche.

Tempo speso all’estero. Per Leydon, trascorrere del tempo in paesi dove è difficile accedere alle cure sanitarie o dove sono diffuse particolari malattie accresce il rischio di decesso prematuro.

Altri fattori. Hobby rischiosi rappresentano un altro campanello d’allarme per Leydon, così come i comportamenti che accrescono il rischio di mortalità.

Nessuno di questi fattori di rischio determina di per sé una riduzione della speranza di vita rispetto alla media. Per Tomlinson, il timore maggiore è che le persone sottostimino quanto tempo vivranno. “Guardano la speranza di vita alla nascita; invece dovrebbero guardare le statistiche a 65 anni”. Secondo l’esperto, la speranza di vita continuerà a crescere. Per questo è importante risparmiare non solo per la pensione, ma anche per sostenere le spese aggiuntive legate all’età, come quelle mediche.

È importante ricordare che la speranza di vita non è un indicatore fisso e va rivisto man mano che si invecchia. Un individuo affetto da gravi problemi di salute all’inizio della pensione farà piani differenti da chi arriva sano a 70 o a 80 anni. Questi ultimi dovranno rivedere la loro speranza di vita rispetto a quella calcolata a 65 anni.

Statisticamente, la speranza di vita sale man mano che si invecchia, perché quella alla nascita considera chi muore giovane, abbassando dunque la media. Ad esempio, per un 65enni di oggi, la speranza di vita alla nascita era di 80 anni, mentre oggi si aggira intorno agli 85.

Il punto non è fissare un numero preciso quando si programma la pensione, ma costruire un piano flessibile, che si possa facilmente aggiustare se le condizioni cambiano.

 

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Adam Zoll  Adam Zoll is an assistant site editor with Morningstar.com  

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