Gli investitori sono in overdose di dati macroeconomici. Basta guardare allo stupore con cui hanno accolto la decisione della Federal Reserve di proseguire con il piano di acquisto di titoli, facendo slittare il cosiddetto tapering, che veniva ormai dato per scontato. Per gli analisti di Morningstar, tuttavia, è il momento di lasciare alle spalle il dibattito sulla situazione congiunturale e i tassi di interesse e focalizzarsi sull’analisi fondamentale “per identificare le aziende di qualità che quotano a sconto”.
L’esortazione è contenuta nell’ultimo report trimestrale, pubblicato in concomitanza con il quinto anniversario del crack di Lehman Brothers (settembre 2008). Wall Street si è definitivamente lasciata alle spalle i minimi toccati a marzo 2009 ed è proiettata verso nuovi massimi. Inoltre, gli investitori stanno traendo benefici dal più lungo periodo di tassi bassi in 50 anni.
A caccia di buoni titoli
“Rimango focalizzato su un unico obiettivo”, dice Matthew Coffina, CFA, editorialista di Morningstar stock investor, “cercare società con un forte e crescente vantaggio competitivo e quotate a prezzi ragionevoli. Lascio ad altri le scommesse sulle prossime mosse della Fed”. Attenzione, però, in mercati sempre più cari servono maggiori sforzi per trovare le sacche nascoste di valore e il livello di sconto può essere limitato.
Meglio l’energia dell’hi-tech
Complessivamente, l’universo di azioni coperto da Morningstar (circa 1.400 titoli in tutto il mondo) ha chiuso il gap passando da una situazione di sconto (94% del fair value) a una di sopravvalutazione (102%). Esistono però differenze da settore a settore. L’energetico è quello più economico, seguito da materiali di base, comunicazioni e utility. Sul fronte opposto, la tecnologia è il più caro, anche se alcune aziende sono considerate ancora interessanti, tra cui Apple e Oracle (entrambe quattro stelle). Gli analisti invitano, invece, a non farsi abbagliare dai social network, nonostante il rally seguito all’annuncio della quotazione di Twitter. LinkedIn ha una sola stella, Facebook ne ha due, a significare che quotano a valori superiori al fair value.
Tra le società con il più ampio economic moat (vantaggio competitivo), 35 hanno quattro stelle. Questo significa che hanno le carte in regola per continuare a dare agli azionisti ritorni in eccesso nel lungo periodo rispetto ai concorrenti, e sono relativamente sottovalutate. Rientrano in tale universo Coca-Cola, McDonald’s e Sanofi.
Affari in Europa
A livello geografico, l’Europa è la regione più a sconto, mentre le Borse di Australia-Nuova Zelanda, Asia-Pacifico e Nord America trattano a prezzi vicini al fair value. Se ci si concentra sugli indicatori fondamentali della salute delle imprese, infatti, il Vecchio continente appare attraente sotto diversi punti di vista: il rapporto prezzo/utili è ai minimi storici, la liquidità di cassa elevata e i dividendi offrono un rendimento intorno al 3,3% che è molto interessante se paragonato con quello delle obbligazioni. Tra le italiane coperte dal rating Morningstar hanno cinque stelle Fiat e Telecom Italia. Per l’operatore telefonico, gli analisti confermano il giudizio, anche dopo l’annuncio dell’accordo tra i soci italiani di Telco e Telefonica, per il passaggio agli spagnoli del controllo del 66% della holding che detiene il 22,4% della compagnia italiana. Come spiega Allan C. Nichols: “Da tempo sosteniamo che una fusione tra Telefonica e Telecom Italia sarebbe positiva. Inoltre, la cessione della rete fissa al governo italiano permetterebbe di ridurre il debito”.
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