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Gli Etp fanno goal agli indicizzati tradizionali

Secondo una ricerca Morningstar hanno costi più bassi delle classi retail dei fondi passivi. Non vincono, però, il confronto con quelle istituzionali.  

Sara Silano 14/10/2013 | 11:33
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Gli Etp (acronimo di Exchange traded product) corrono più forte dei fondi indicizzati tradizionali, dai quali differiscono principalmente perché sono quotati in Borsa. Secondo una ricerca Morningstar, dal titolo Every Little Helps: Comparing the Costs of Investing in ETPs versus Index Funds, il patrimonio totale degli Etp europei ha raggiunto i 272 miliardi di euro (al 30 giugno 2013), con una crescita del 205% rispetto a cinque anni fa. Nello stesso periodo, gli indicizzati hanno registrato un incremento dell’80% a 254 miliardi.

Industria in trasformazione
La crescente popolarità dei fondi passivi, insieme ai cambiamenti normativi verso un modello distributivo basato sulla consulenza indipendente, stanno trasformando l’industria europea del risparmio gestito. I segni più evidenti sono oggi legati ai costi, tanto è vero che si parla di una vera e propria guerra delle commissioni.

In un contesto caratterizzato da bassi tassi di interesse, all’interno del quale guadagnare è più difficile, gli investitori sono sempre più attenti a questo fattore. Come spiega Jose Garcia-Zarate, senior fund analyst del team dei fondi passivi di Morningstar, diverse case di gestione di Etf e fondi passivi hanno già cominciato a tagliare le commissioni e altre potrebbero seguire.

diverse case di gestione di Etf e fondi passivi hanno già cominciato a tagliare le commissioni e altre potrebbero seguire.

“Man mano che l’industria degli indicizzati si espande”, dice, “ci aspettiamo che i promotori condividano le economie di scala con i clienti, abbassando ulteriormente le fee”.

Le pressioni su questo fronte potrebbero interessare anche altri attori del mercato, come i fornitori di indici. Gli autori dello studio, inoltre, si aspettano, che il trend arrivi a toccare anche la gestione attiva “a beneficio di tutti gli investitori”.

Etp e indicizzati tradizionali a confronto
Dal suo lato, con questa ricerca Morningstar mira ad attrarre l’attenzione dei risparmiatori sui costi, dato l’impatto significativo che hanno sulle performance. Dal confronto, gli Etp risultano in media meno costosi delle classi retail (per privati) dei fondi indicizzati, ma non sono competitivi rispetto a quelle istituzionali. Ad esempio, il Ter medio ponderato per gli asset di un Etf azionario è 0,39% contro lo 0,73% di un comparto equity indicizzato venduto al retail. La percentuale scende allo 0,32% per gli istituzionali.

Negli ultimi cinque anni, il Ter dei prodotti passivi azionari è sceso, in particolare per quelli specializzati sui paesi sviluppati. Ad esempio, per la categoria Europa large cap il calo è stato dallo 0,40 allo 0,32% per gli Etf e dallo 0,96 allo 0,85% per le classi retail dei fondi indicizzati tradizionali. I valori medi, tuttavia, non dicono tutto: circa il 40% di questi index fund ha un indice sintetico di spesa che supera l’1%.

A differenza degli Etf azionari, quelli obbligazionari hanno registrato un aumento del Ter dal 2008, che può essere attribuito alla crescente specializzazione e alla mancanza di concorrenza all’interno dell’asset class. Per esempio, l’indicatore medio di spesa per i prodotti specializzati sui corporate bond europei è salito dallo 0,17 allo 0,21%.

Il Ter ponderato per gli asset è più alto di quello “semplice”, a testimonianza del fatto che gli investitori non scelgono sempre l’opzione più economica. E’ bene, in ogni caso, ricordare che il costo non è l’unico elemento che bisogna tenere in considerazione quando si sceglie un Etf, ma sono importanti altri fattori, come l’indice sottostante, la liquidità o il tipo di replica.

Per leggere l’intera ricerca, clicca qui.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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