Stock picking in salsa cinese

La prima economia emergente del mondo sta cambiando faccia e modalità di ripresa economica. Anche gli investitori devono mutare strategia di investimento: meglio andare a cercare i singoli titoli di aziende sottovalutate e con buoni fondamentali. Ecco quali sono. 

Marco Caprotti 15/10/2013 | 15:09
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“Quando un paese affronta un cambiamento radicale dei componenti che formano la sua economia, allora chi investe con una strategia di stock picking ha maggiori probabilità di successo rispetto a chi segue gli indici”. Non è dato sapere se Jim O’Neill, economista ed ex presidente di Goldman Sachs, stesse pensando alla Cina quando ha fatto questa dichiarazione. Le probabilità, tuttavia, sono alte, visto che è la stessa persona diventata famosa sui mercati per aver previsto con notevole anticipo la crescita esponenziale di una pattuglia di emergenti (Brasile, Russia, India e Cina) che ha raccolto nell’acronimo Bric. Secondo lui, questo gruppo di stati in via di sviluppo entro il 2032 (prima doveva essere il 2014) supererà “in termini di potenza economica i sei più grandi paesi occidentali.

Come cambia la Cina
E’ ancora presto per dire se la previsione sia corretta per tutti i Bric.  Il Regno di mezzo, però, sta attraversando una serie di cambiamenti strutturali che potrebbero trasformarlo da asset di investimento da toccare solo attraverso fondi specializzati a terreno ideale per chi va caccia di singoli titoli con buoni fondamentali e valutazioni interessanti. Nel 2001 (quando O’Neill ha fatto le sue stime) la Cina produceva l’11% del Pil mondiale. Oggi, secondo il Fondo monetario internazionale, è arrivata al 19,3% e la sua economia è tre volte quella della Francia e più grande di quella di Brasile, Russia e India messe insieme. Va detto che lo stato di forma di Pechino non è più quello di una volta, quando faceva vedere tassi di crescita congiunturale dell’11-12%. “Oggi si parla di un +7,5% per il 2013 che potrebbe diventare +7,3% nel 2014”, spiega uno studio di Morningstar. “Il rallentamento, tuttavia, è arrivato insieme all’indebolimento di alcuni indicatori guida”.

La strada per la ripresa
Ci sono tre elementi, tuttavia, che depongono a favore di una ripresa della congiuntura cinese. Il primo è l’aumento della produzione energetica che ad agosto (rispetto all’anno precedente) è salita del 13,4%. Un’accelerazione che non si vedeva da giugno 2011. Il volume dei trasporti di merci su rotaia, intanto, è salito dell’8% (miglior risultato da settembre di due anni fa). Il terzo elemento di interesse è rappresentato dai presiti bancari per i quali ci sono state sì delle strette, ma che sono comunque cresciuti del 14,1%. “Un ipotetico indice formato dalla somma di questi tre fattori – che sono poi quelli alla base dell’aumento dei posti di lavoro - mostrerebbe la crescita migliore degli ultimi due anni”, continua lo studio.

Questo quadro va inserito all’interno di quello più ampio rappresentato dai cambiamenti che stanno interessando il paese. La Cina sta passando da un modello economico basato sulle esportazioni a uno fondato sui consumi e sui servizi domestici. In quest’ottica per novembre il governo guidato dal premier Li Keqiang ha in agenda una revisione dell’antico e complesso sistema di censimento (chiamato hukou), che è sempre stato lo strumento privilegiato per controllare i processi di migrazione interna. In calendario ci sono anche delle riforme fiscali, cambiamenti al sistema finanziario, progetti di legge per la protezione ambientale e trasformazioni della politica di controllo delle nascite che vieta alle coppie che vivono in città di avere più di un figlio (anche se sono previste numerose eccezioni).

Le scelte operative
Tutto questo ribilanciamento, per dirla con O’Neill “farà in modo che gli investimenti vincenti nel prossimo futuro siano diversi da quelli di adesso”. Dal punto di vista operativo, secondo le analisi di Morningstar il segmento più sottovalutato è quello delle utility energetiche, seguito da quello finanziario e da quello delle materie prime. Prudenza è richiesta invece nel comparto della salute, in quello dei consumi e delle tecnologie. Le valutazioni sono corrette nel segmento dei titoli industriali.

 

 

 

 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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