Caccia alle piccole più robuste

I piani di stimolo economico hanno aiutato le aziende con i fondamentali peggiori anche fra le small cap. Secondo gli operatori in questo segmento è ora di inseguire i titoli di qualità. 

Marco Caprotti 17/10/2013 | 14:43
Facebook Twitter LinkedIn

La ricerca dei titoli di qualità passa anche dalle small cap. Bisogna, però, evitare le trappole create dai programmi di stimolo economico. I piani varati dalle Banche centrali per contrastare gli effetti delle diverse crisi che in questi anni si sono abbattute sui mercati e sulla congiuntura mondiale, hanno avuto un effetto che ha sconfessato le teorie di Darwin sulla sopravvivenza del più forte. La letteratura spiega che nei momenti di recessione le aziende meno indebitate e di migliore qualità sono in grado di approfittare delle debolezze delle società con i conti in rosso, che hanno bisogno di finanziarsi e che hanno difficoltà ad accedere al mercato dei capitali. Le iniezioni di liquidità, tuttavia, hanno invertito questo processo.

Il Qe batte Darwin
L’esempio viene dagli Stati Uniti, il paese che più di altri ha creduto alle virtù taumaturgiche dell’allentamento monetario (il cosiddetto Quantitative easing, Qe). Secondo uno studio della società di analisi Furey Research Partners (Frp), dalla fine di agosto 2011 (quando è iniziato il secondo round di Qe) a maggio 2013 (quando il presidente delle Federal Reserve, Ben Bernanke, ha parlato di una riduzione del programma di aiuti, il tapering) le aziende più indebitate presenti nell’indice Russell 2000 (il principale benchmark americano dedicato alle small cap) hanno guadagnato mediamente il 33,7%, mentre quelle con i bilanci più in ordine sono salite del 15,8%.

Quando poi il numero uno della Fed ha ventilato l’idea del tapering, il trend si è invertito. Lo studio di Frp dice che, da inizio maggio a fine settembre, le aziende più indebitate sono salite dell’8,6%, mentre le altre hanno guadagnato il 15,6. “Le cosiddette high leveraged companies hanno beneficiato in maniera spropositata dell’opportunità che è stata loro fornita dalla Banca centrale di ristrutturare il loro debito, di trovare capitali a basso costo e di aumentare la scadenza delle loro obbligazioni”, spiega uno studio di Royce Associates. “Insomma, le aziende di qualità peggiore con il Qe hanno avuto un vantaggio sul quale non avrebbero potuto contare in condizioni normali”.

In questo senso il cambiamento di trend che si è registrato da maggio è interessante. “Significa che gli investitori e le società stanno iniziando a capire che i tassi di interesse non resteranno ai minimi storici ancora a lungo e che il periodo delle iniezioni di liquidità sta finendo”, continua lo studio. “Per quanto riguarda le small cap si sta tornando alla vecchia teoria secondo cui i titoli delle aziende più prudenti, meglio capitalizzate e ben gestite sono un solido investimento”.

Le scelte operative
Dove si trovano le opportunità migliori? “Le più interessanti sono fra le società dei metalli, della tecnologia e dell’energia”, spiega uno studio di Morningstar. “Nel primo gruppo un nome interessante è quello di Globe Specialty Metals. Il gruppo fa metalli particolari a base di silicone che sono elementi fondamentali sia per i prodotti industriali sia per quelli di largo consumo. Le quotazioni hanno iniziato ora a riprendersi da metà luglio e hanno ancora buone prospettive di lungo periodo. Nell’hi-tech sono interessanti le società che lavorano nei semiconduttori, anche alla luce dei lavori di ammodernamento che stanno portando avanti molte aziende telefoniche. Per l’energia bisogna guardare in Canada. Il paese nordamericano si sta specializzando nel trasporto del suo gas naturale in Asia. Tre aziende che sono ben posizionate in questa nicchia sono Trican Well Services, Calfrac e Pason Systems”. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

LEGGI ALTRI ARTICOLI SU
Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures