La differenza fra prezzo e valore

Gli investitori spesso si concentrano sulle quotazioni a breve termine di un titolo senza considerarne i fondamentali. I target price possono aiutare ad avere una visione di lungo periodo e più remunerativa. 

Marco Caprotti 29/10/2013 | 15:38
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“Non compro mai un titolo che non sono sicuro di capire”. “Acquisto come se dovessero chiudere la Borsa domani e non riaprirla più per i prossimi cinque anni”. “La ragione più stupida del mondo per acquistare un’azione è il fatto che la sua quotazione stia salendo”. “Non farti cogliere dal panico a causa delle fluttuazioni del mercato”. Se bastassero i consigli di Warren Buffett per operare in Borsa, i mercati mondiali sarebbero pieni di investitori di successo come lui. Anche nei periodi in cui i mercati sono più volatili.

La realtà è che gli operatori (intendendo con questo termine sia i professionisti sia i risparmiatori) ogni giorno fanno un mucchio di errori. Soprattutto quando le cose in Borsa non vanno bene. “Uno dei più comuni è quello di concentrarsi sui prezzi di un titolo piuttosto che sul valore reale dell’azienda che lo emette”, spiega Matthew Coffina, analista di Morningstar. “I valori delle azioni si muovono molto nel breve periodo. E spesso per motivi che poco o niente hanno a che fare con i fondamentali delle società”.

Occhio agli sconti
Un esempio recente si è avuto durante la crisi finanziaria scatenata dai mutui americani subprime (quelli di scarsa qualità). Fra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, le azioni di società di buona qualità, con ricchi flussi di cassa e bilanci a prova di bomba e nessuna correlazione con il settore immobiliare o quello finanziario (da cui la tempesta era nata), sono stati venduti a piene mani. Aziende come Google e Coca Cola hanno perso fino al 40% rispetto ai massimi toccati prima della crisi. “Nel pieno della crisi finanziaria i titoli del nostro universo di copertura avevano uno sconto (medio, Ndr) del 45% rispetto al nostro obiettivo di prezzo. La maggior parte di queste azioni aveva un rating di cinque stelle (acquistare, Ndr)”, continua Coffina. “Alcuni titoli nei cinque anni seguenti hanno poi guadagnato anche il 150%”.

Pensare al futuro
Ma, a parte il risultato finale, gli anni della tempesta finanziaria per gli investitori sono stati terribili. E da questo arriva un’altra lezione. “Non si dovrebbero mai investire nell’azionario soldi che si pensa possano servire nel giro di cinque anni”, dice l’analista. “Già è difficile restare razionali nei momenti di mercato orso se non si ha bisogno di liquidità. Ma se i cali di mercato implicano l’impossibilità di pagare il mutuo o le rate di un finanziamento qualsiasi, non fare sbagli quando i mercati scendono diventa quasi impossibile. Se si ha il dubbio di poter avere bisogno di una certa somma in tempi stretti, è meglio investire in obbligazioni a breve termine o in strumenti monetari”. 

 

 

 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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