Il mercato sopravvaluta LinkedIn

Dopo un 2012 da incorniciare, il social network dei professionisti non sembra intenzionato a fermare la sua crescita. Il titolo, però, ha corso troppo in Borsa e i nostri analisti consigliano prudenza. 

Francesco Lavecchia 05/11/2013 | 11:15
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LinkedIn è a metà strada tra presente e futuro. I nostri analisti sono molto fiduciosi che il suo modello di business possa permetterle di crescere in maniera sostenuta anche nei prossimi anni, ma al momento raccomandano di essere prudenti sul titolo. Le azioni del social network dedicato ai professionisti, infatti, sono scambiate con un premio del 45% rispetto al nostro prezzo obiettivo che è di 150 dollari. Nel 2012 il fatturato è cresciuto del 100% e per quest’anno ci aspettiamo ancora un progresso del  57% (che permetterà all’azienda di toccare quota  1,5 miliardi di dollari) e un miglioramento dell’Ebitda (utile d’esercizio al lordo degli interessi, tasse, ammortamento e deprezzamento) del 37%, oltre gli obiettivi fissati dal management.

Pubblicità e Freemium 
LinkedIn ha sostanzialmente due fonti di ricavo: la prima, nonché la più importante, è rappresentata dagli introiti pubblicitari, mentre  la seconda è quella legata alla sua sezione premium. Il social network, infatti, offre i suoi servizi attraverso un modello ibrido chiamato “freemium”, in base al quale alcuni contenuti sono gratis e altri a pagamento, come ad esempio la possibilità di contattare direttamente persone che non si conoscono. Al momento solo lo 0,5% dei suoi utenti ha anche un abbonamento premium, ma i nostri analisti stimano che questo possano rappresentare il 20% del fatturato nei prossimi anni. Con oltre 250 milioni di iscritti, LinkedIn riesce a generare un elevato numero di page view al mese, e questo le permette di catalizzare un’importante fetta dell’investimento pubblicitario business-to-business (ovvero quello diretta ad altre società) valutato in circa 30 miliardi di dollari.

Il migliore nel monetizzare gli iscritti
A differenza di altri social network con un numero maggiore di utenti registrati, come ad esempio Facebook, LinkedIn ha una straordinaria capacità di monetizzare la sua rete di contatti. Se l’azienda di Zuckerberg ricava poco meno di sei dollari per utente, ogni iscritto a LinkedIn frutta al gruppo oltre 10 dollari. Come nel caso di altri social network, anche per LinkedIn il punto di forza è rappresentato dagli elevati costi da parte dei suoi utenti per passare ad altra piattaforma. Questo perché chi si iscrive a LinkedIn sa che il suo profilo professionale sarà visualizzato dalle migliori società sul mercato e non ha nessun interesse ad abbandonare la rete. Accanto alla stabilità del modello di business, i nostri analisti vedono come positiva l’apertura della piattaforma a fornitori terzi di nuove applicazioni. Decisione, questa, che dovrebbe favorire lo sviluppo di nuovi prodotti e quindi di fonti di reddito aggiuntive.  

 

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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