Un buon amministratore delegato, da solo, non basta per dare a una società un ampio vantaggio competitivo. Tuttavia, dicono gli analisti di Morningstar, le decisioni prese dal top manager di un’azienda possono contribuire a far crescere o a diminuire l’economic moat della società che guida. “Detto in altre parole, si tratta di comprendere il legame che c’è fra l’amministratore delegato di un’azienda e come può contribuire a distinguerla da quelle concorrenti”, spiega Todd Wenning, analista azionario di Morningstar. Sotto questa lente vengono studiate le strategie dei diversi amministratori delegati delle società coperte dall’analisi Morningstar per arrivare a nominare il Chief executive officer (Ceo) dell’anno. “Oltre ad analizzare le pratiche di corporate governance, poniamo l’accento anche su altri elementi come il ricorso al debito, le strategie e la tempistica di investimento, le politiche di dividendo e di riacquisto di azioni proprie, i compensi e la trasparenza dei bilanci”, continua Wenning. “Siamo convinti che si tratti di fattori validi per tutte le aziende presenti sui mercati mondiali che danno anche una fotografia precisa di come i manager utilizzano i soldi degli azionisti per migliorare il vantaggio competitivo".
Il vincitore del 15esimo premio Ceo of the year sarà annunciato a gennaio 2014 e verrà scelto in una rosa di tre finalisti.
Chi va in finale
Il primo è Darren Gee, Ad della società energetica canadese Peyto Exploration & Development. Per Rob Bellinski (analista di Morningstar che copre il segmento energy), il manager merita il premio perché ha trasformato l’azienda nel migliore produttore di gas naturale del nord America grazie a un mix di acquisizioni mirate, riduzione dei costi operativi e scelte oculate di produzione . Tutte decisioni che hanno permesso al titolo di guadagnare il 90% rispetto ai minimi dell’aprile 2012 (quando il gas naturale ha toccato i prezzi più bassi). “Continuare su questa strada permetterà a Peyto di generare profitti nel lungo termine”, spiega Bellinski.
Il secondo finalista è Hunter Harrison, Ceo di Canadian Pacific Railway. Il manager, che nella sua carriera ha rimesso sui binari giusti tre compagnie ferroviarie, è stato assunto dal gruppo canadese a giugno dell’anno scorso e, in poco più di un anno, ha cambiato la dirigenza e la strategia di investimento. Secondo Keith Schoonmaker (analista Morningstar che copre il segmento dei titoli industrial), “il gruppo è sulla strada giusta per raggiungere un margine operativo del 30% rispetto al 18,7% del 2011, mentre i rendimenti sul capitale investito saliranno dal 2% del periodo 2011-2012 al 14% nei prossimi cinque anni”.
Il terzetto si chiude con John Martin, amministratore delegato di Gilead Sciences, alla guida della società farmaceutica dal 1996. Sotto la sua direzione il gruppo ha avuto una forte crescita, grazie soprattutto a una strategia di acquisizioni che l’ha portato a essere leader nei segmenti dedicati ai trattamenti per l’Aids e l’epatite C. Secondo Karen Andersen (analista che segue il settore healthcare), Gilead entro il 2017 avrà un rendimento sul capitale investito del 25% circa. “La proprietà esclusiva di alcuni brevetti importanti, inoltre, permette di avere una visione più chiara sugli utili futuri”, dice Andersen.
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