Risparmio, uno spiraglio c’è

L’Italia è tra i Paesi che ha visto una ripresa. Ma la strada verso i livelli pre-crisi è ancora lunga. Le famiglie investono, ma solo se il rischio è basso. Le imprese restano ancorate al credito delle banche.

Azzurra Zaglio 13/11/2013 | 12:19
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Il salvadanaio degli italiani torna a tintinnare. Nel 2013 si è registrato un miglioramento, seppur leggero, del tasso di risparmio delle famiglie che entro la fine dell’anno rappresenterà l’8,9% del reddito lordo disponibile. E’questa la fotografia che appare dal Secondo Osservatorio del Risparmio condotto da Unicredit e Pioneer Investments secondo cui il progresso continuerà anche nel 2014, sostenuto da un rilancio degli investimenti, soprattutto finanziari. Una tesi che si basa sul miglioramento dell’indice generale della fiducia dei consumatori e sul balzo in avanti del numero di individui che ha dichiarato di poter accantonare dei risparmi nei prossini 12 mesi, passando dal 25% di fine 2012 al 38% nel terzo trimestre 2013.

Va detto, comunque, che si tratta di briciole in confronto ai livelli pre-crisi. La quota di risparmio delle famiglie italiane dal 2008 ha subito un calo consistente: dai 6mila euro del 2007 (il 12,6% del reddito lordo disponibile) ai 3.400 euro del 2012, ossia l’8,4%. L’Italia non è un caso isolato. Il confronto internazionale ha messo in luce come il calo della propensione al risparmio delle famiglie, soprattutto europee, sia stato un fenomeno comune. Fanno eccezione Germania e Francia, che non hanno vissuto oscillazioni di risparmio degne di nota e sono rimaste sempre sopra il 15%.

La ricchezza non manca
Analizzando i flussi verso le attività finanziarie, nel 2012 i nuclei familiari italiani hanno investito 16 miliardi di euro. Una cifra che dovrebbe salire a 21 miliardi nel 2013. Sul fronte della ricchezza, tutti i paesi esaminati (tranne la Grecia che ha vissuto stagioni di notevole disagio) sono risultati in crescita rispetto al 2011, grazie alla performance positiva dei mercati.

In Italia, prendendo la ricchezza finanziaria pro capite (al netto delle passività), nel 2012 è stata pari a 46.700 euro. Se la passa quindi meglio dei maggiori Stati dell’area euro, inclusi Francia e Germania, rispettivamente con 44.500 e 41.100 euro. Se poi uniamo le attività reali (come il mattone), il bilancio cresce ancora: a fine anno le famiglie italiane contavano una ricchezza netta pari a 145 mila euro, inferiore solo alla Francia, ma decisamente più alta rispetto a quelle tedesche.

Gli italiani non amano il rischio
Se il poco risparmio che c’è, è stato ben custodito, non si è fatto però molto per aumentarlo. Gli italiani continuano a concentrarsi troppo sulla componente liquida ed obbligazionaria (almeno il 51%) che unita a investimenti in assicurazioni di tipo tradizionale e in fondi comuni non consentono di ottenere grandi guadagni. E’ l’altro lato della medaglia del basso rischio: se da un lato consente di contenere l’effetto della volatilità, dall’altro non offre una rilevante crescita del capitale.

Secondo lo studio, il nostro paese dovrebbe spostare l’attenzione sulla diversificazione e dirigere maggiori risorse su prodotti gestiti come i fondi comuni e i fondi pensione. Realtà ancora troppo poco diffuse e assimilate nel Belpaese.

Le imprese hanno bisogno di uno sprint
Quest’anno la ricerca ha voluto concentrarsi per la prima volta anche sullo stato di salute delle imprese produttive italiane.  Il livello di patrimonializzazione delle aziende non si accompagna all’elevato livello di ricchezza delle famiglie. Le società, infatti, risultano ancora molto poco inclini al mercato dei capitali e troppo legate al credito bancario. In rapporto al Prodotto interno lordo a fine 2012 la capitalizzazione di Borsa delle imprese (escludendo il settore finanziario) era pari al 19%, contro il 36% di quelle tedesche e il 52% delle francesi.  Al contrario, dal lato del debito bancario (sul totale dei debiti finanziari) l’Italia pesava per il 68%, contro il 50% e il 38% di Germania e Francia, rispettivamente.

 

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Info autore

Azzurra Zaglio

Azzurra Zaglio  è stata Redattrice di Morningstar in Italia.

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