Strategie contro la deflazione

Il taglio dei tassi deciso dalla Bce, spiegano gli operatori, farà bene alle azioni e ai bond high yield. Ma, aggiungono, gli interventi degli istituti monetari, da soli, non bastano più. Bisogna tornare a vedere la crescita degli utili. 

Marco Caprotti 14/11/2013 | 12:01
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Un nuovo spettro, quello della deflazione, si aggira per l’Europa.  Ad annunciarlo è stata, il mese scorso, una frenata nella dinamica dei prezzi allo 0,7%. La prima a reagire è stata la Banca centrale europea (il cui obiettivo è di poco sotto il 2%) con il taglio, a sorpresa, del tasso di interesse di riferimento al minimo storico dello 0,25%. Agli operatori finanziari non è rimasto che applaudire e mettere mano alle analisi per capire cosa succederà ai mercati azionari e obbligazionari.

Il tutto tenendo conto che le munizioni nella cartucciera dell’Eurtower non sono esaurite.  “In seguito al taglio dei tassi, il Consiglio direttivo ha rivisto le indicazioni sul futuro della politica monetaria fornite a luglio e ha confermato che continua a prevedere i tassi di interesse principali ai livelli attuali o più bassi per un periodo di tempo prolungato”, ha spiegato il numero uno della Bce Mario Draghi subito dopo aver rimesso a posto le forbici con cui, tra l’altro, ha ridotto dall’1% allo 0,75% anche il tasso di rifinanziamento marginale (quello praticato alle banche per i depositi all’interno dell’Eurotower è rimasto fermo allo zero).

Le scelte operative: equity…
“Il taglio dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea supporta le già positive prospettive dei mercati azionari globali”, spiega una nota firmata da Paolo Federici, Managing director Southern Europe and Latin America di Fidelity Worldwide Investment. “Allo scopo di godere dei benefici che questa asset class può offrire in questa fase, senza tuttavia essere esposti a una volatilità eccessiva, possono essere selezionate attraverso strategie dedicate le società più solide e sane a livello globale, caratterizzate dallo stacco continuativo di dividendi elevati e in crescita. Guardando più nello specifico all’area Euro, dove vi sono ancora importanti possibilità di apprezzamento prima di tornare ai massimi storici, è possibile puntare sulle aziende più solide, che beneficiano di un potenziale di crescita particolarmente interessante”.

Ma se il supporto delle Banche centrali (e non solo di quella europea) è fondamentale per la corsa dell’equity nel medio termine, va anche tenuto presente che con il trascorrere del tempo acquisterà sempre maggiore rilevanza il concretizzarsi della crescita economica. “Nell’attuale fase del ciclo economico-finanziario, per poter proseguire in un sostenibile movimento al rialzo i mercati azionari devono, infatti, passare dal re-rating, all’earning growth: cioè dalla crescita dei multipli, all’espansione degli utili”, dice una nota di Banca Intermobiliare. “Proprio quest’ultimo aspetto sarà quello da monitorare nei prossimi mesi per poter continuare ad avere un approccio positivo su questa asset class”.

…e bond
Tornando all’Europa, la Bce si aspetta che i tassi rimangano ai livelli attuali o più bassi per un periodo prolungato di tempo, dato che si attende anche che la bassa inflazione duri a lungo. “Questo scenario dovrebbe suggerire un calo dei rendimenti in tutte le curve europee, periferiche e core”, dice una nota firmata da Chris Iggo, responsabile investimenti nel reddito fisso di Axa Investment Managers. “È una buona notizia per il settore del credito, poiché stabilisce costi di finanziamento in euro più bassi in un comparto già favorito a livello di fondamentali. Lo stesso vale per l’high yield europeo, dove gli investitori sono alla ricerca di rendimenti più elevati”.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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