Il negativo trend di Borsa ha reso State Bank of India (SBI) una delle migliori idee di investimento di Morningstar sul mercato indiano. Da inizio anno il titolo ha ceduto ben il 40% della sua capitalizzazione di mercato e ora è scambiato a prezzi scontati del 25% rispetto al nostro prezzo obiettivo che è di 2,212 rupie.
Leader indiscusso
SBI è l’indiscusso numero uno tra gli istituti di credito del paese: detiene una base depositi di circa 290 miliardi di dollari, pari a tre volte la somma di quelli dei due suoi principali competitor (Hdfc Bank e Icici Bank) e ha una rete che conta ben 15mila filiali sparse per tutto il paese. Questa posizione dominante le dà la possibilità di prestare denaro a tassi d’interesse competitivi, pur mantenendo un elevato margine di interesse, e di ammortizzare l’incidenza dei costi operativi.
La mano visibile dello Stato
Anche State Bank, però, ha il suo tallone d’Achille, rappresentato dall’ingombrante presenza dello stato all’interno del capitale sociale attraverso una partecipazione del 62%. Il controllo del Governo indiano sulla banca rendono, infatti, la gestione dell’istituto di credito meno efficiente, in quanto troppo sensibile alle esigenze e agli interessi delle diverse fazioni politiche che via via si avvicendano al potere. A questo, poi, si aggiunge il vincolo imposto a tutte le banche indiane di destinare un terzo degli affidamenti alle società attive in quei settori prioritari come quello agricolo, che tipicamente tendono ad avere un tasso di fallimento superiore alla media, e il suo forte sbilanciamento a favore delle società del comparto siderurgico e delle infrastrutture che espongono SBI all’andamento volatile della spesa per opere pubbliche e alle oscillazioni del prezzo delle materie prime.
I nostri analisti sono convinti che SBI continuerà a beneficiare della crescita dell’economia del paese, grazie alla quale i suoi depositi aumentano ad un ritmo del 13% annuo dal 2009, e stimano che i ricavi della banca indiana possano progredire ad un tasso medio del 12% nei prossimi cinque anni. Il margine operativo, invece, registrerà una flessione a fine 2013 per poi risalire progressivamente a quota 32% entro il 2017.
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