Benché molti pensino il contrario, l’investitore privato può tranquillamente ottenere risultati uguali, se non migliori, a quelli dei più importanti gestori di fondi comuni. Infatti, il piccolo investitore ha la possibilità di avvalersi di alcuni vantaggi molto importanti, soprattutto se si confrontano con manager che gestiscono grossi patrimoni.
Senza la pressione del breve termine
Il primo grosso vantaggio è che l’investitore privato, se lo desidera, può evitare di prestare attenzione ai capricci del mercato nel breve termine. Può permettersi il lusso di spegnere la televisione, non aprire i giornali, non accendere il pc per dimenticarsi per un po’ dei mercati. Un gestore professionista non lo può fare, si trova continuamente sotto esame da parte dei suoi clienti e del mercato. Non è raro imbattersi in gestori che, nonostante dichiarino di avere un orizzonte temporale di lungo periodo, affermino di perdere clienti nel caso non battano il proprio benchmark per 12 mesi. In più, spesso anche la remunerazione dei gestori professionisti dipende dai risultati trimestrali o semestrali.
Una bagaglio meno pesante
Il secondo vantaggio è rappresentato dal fatto che spesso gestire un piccolo patrimonio è più semplice rispetto a uno molto grosso. Il gestore che si trova con un volume di attivi importante sarà spesso spinto a investire in titoli a grande capitalizzazione. Sono i titoli più liquidi, più scambiati e che di solito si muovono di più, il che però costringe il gestore a investire nelle aziende più care. Raramente i fondi di grossa dimensione investono molti asset in titoli a bassa capitalizzazione, i più sottovalutati.
Meno vincoli
Il terzo vantaggio è che il piccolo investitore ha molti meno vincoli regolamentari e legislativi. Ad esempio, i gestori professionisti hanno spesso l’obbligo contrattuale di mantenere un certo grado di diversificazione del proprio portafoglio, mentre i retail, se lo vogliono, possono puntare massicciamente sulle loro convinzioni. Il rovescio della medaglia è che spesso i privati non dispongono degli strumenti necessari a scegliere le aziende su cui puntare fortemente.
Una via d’uscita
Infine, l’investitore privato ha sempre la possibilità di starsene fuori dal mercato nei momenti di grande incertezza o turbolenza, mentre i gestori (almeno quelli dei fondi azionari puri) hanno l’obbligo di essere sempre esposti. Seppur sulla carta anche questo sia un vantaggio, l’evidenza empirica ha dimostrato come sia difficile scegliere bene le tempistiche di entrata e uscita dal mercato. Anzi, molto spesso i retail entrano ai massimi ed escono ai minimi.
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