Piazza Affari rallenta il passo. Colpa, da una parte, del perdurare delle incertezze politiche legate alla possibile decadenza da senatore del leader del centrodestra Silvio Berlusconi e, dall’altra, di una situazione macro che non manda gli stessi segnali di ottimismo che arrivano da altre regioni d’Europa. Il risultato è che l’indice Msci della penisola nell’ultimo mese (fino al 25 novembre e calcolato in euro) ha perso lo 0,41%, portando a +14,4% la performance da inizio anno.
Imprese deboli
Il quadro delle imprese con cui hanno a che fare gli investitori, in effetti, non è semplice. Secondo molti economisti, malgrado l’aumento messo a segno a settembre (+0,2%), la produzione industriale italiana resta fiacca e per il momento non sembra voler intraprendere la strada di una decisa ripresa. L’ultimo dato diffuso dall’Istat, dicono gli operatori, è deludente e si colloca nella fascia più bassa delle previsioni degli analisti, che indicavano per settembre un aumento nell’ordine dello 0,3%-0,4% mensile. Nel terzo trimestre del 2013, intanto, il Pil italiano è diminuito dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti e dell’1,9% in confronto allo stesso periodo del 2012. Con questa flessione sono nove i cali congiunturali consecutivi.
“In Italia i sondaggi tra le imprese indicano un arresto del calo dell’attività produttiva e le prospettive restano incerte”, spiega l’ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria redatto dalla Banca d’Italia. Prosegue il miglioramento dei conti con l’estero, anche grazie alla tenuta delle esportazioni”. In questo quadro va inserita la redditività delle imprese, ancora in diminuzione per il protrarsi della recessione. “L’incidenza delle aziende finanziariamente fragili è aumentata”, spiega il report. “L’elevata incertezza circa i tempi e l’intensità della ripresa economica e le difficili condizioni di accesso al credito (in particolare per le piccole e medie imprese) rimangono fonti di rischio”.
Secondo il Rapporto della Commissione europea sull’attuazione dello Small Business Act (una serie di norme che mirano a creare condizioni favorevoli alla crescita e alla competitività delle Pmi), il governo italiano ha preso misure per migliorare il contesto generale delle condizioni di business per le piccole e medie imprese, ma l’andamento complessivo del settore nel paese “continua a essere al di sotto della media Ue in termini di esportazione e di mercato unico”. La Commissione punta il dito contro gli effetti dell'instabilità politica italiana sul settore. “'Il clima di incertezza costituisce un rischio per l’attuazione dello Small Business Act nei tempi previsti”, dice lo studio.
Luci e ombre per gli italiani
Segnali di diverso tipo arrivano dalla situazione finanziaria delle famiglie. “I bassi tassi di interesse e i provvedimenti a sostegno dei mutuatari contribuiscono a contenere l'onere del servizio del debito”, continua il Rapporto. “La quota di nuclei familiari finanziariamente vulnerabili non è cresciuta e dovrebbe restare stabile anche nel prossimo anno”.
La spada di Damocle resta il lavoro. Il tasso di disoccupazione, in crescita sostenuta nella prima parte dell’anno, secondo l’Istat potrebbe raggiungere quota 12,1% nel 2013. Nel 2014, pur stabilizzandosi, proseguirebbe ad aumentare (12,4%).
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