Seduta di alti e bassi per Wall Street. New York ha aperto in calo sulla scia di rinnovati timori di un tapering (la riduzione del ritmo con cui la Federal Reserve acquista Treasury e bond ipotecari). Ad alimentarli è stato il dato Adp, in base al quale a novembre nel settore privato sono stati creati più posti di lavoro delle attese.
Tra i trader c’è chi fa notare che è dallo scorso otto novembre - quando fu pubblicato l'ottimo rapporto governativo del lavoro di ottobre - che l’economia americana dà segni di ripresa con i buoni andamenti di vari indici manifatturieri. Poco dopo l’apertura della piazza americana ha iniziato a circolare la voce di un prossimo accordo politico per l’innalzamento del tetto del debito. Quello in vigore, che ha evitato il default degli Usa, scadrà il 15 gennaio, ma la commissione incaricata di trovare una soluzione entro il 13 dicembre starebbe ultimando gli ultimi dettagli.
Europa negativa
Il cambio di direzione della Borsa Usa ha dato una spinta alle piazze europee che non sono però riuscite a chiudere con il segno più. A dare il passo alla seduta è stata la pioggia di dati macroeconomici: il Pmi (l'indice che misura la propensione agli acquisti delle aziende) dell'Eurozona a novembre si è attestato a 51,7 punti, rivisto dalla stima flash a 51,5 e in calo dai 51,9 di ottobre. Il Pil è confermato in crescita dello 0,1% nel terzo trimestre. Continua, invece, il calo delle vendite nell'Eurozona (-0,2% a ottobre).
A Milano, dove l’indice Ftse/Mib ha segnato -0,3%, seduta con il segno meno per le banche che nel finale hanno comunque cercato di recuperare. A rimetterci è stata soprattutto Mps, condizionata dalle vendite degli speculatori e dalla cessione di una quota delle Coop. In controtendenza Fiat grazie alle vendite di Chrysler in Usa a novembre.
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