I numeri americani piacciono alle Borse

I dati positivi sull’occupazione Usa spingono Wall Street, mettono in secondo piano la riduzione delle iniezioni di liquidità della Fed e fanno allungare il passo all’Europa. Milano segna +0,7%. Si riprendono le banche e i titoli legati alla congiuntura. 

Marco Caprotti 06/12/2013 | 17:42
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Wall Street sta viaggiando con il segno più. A spingere gli acquisti è il dato, migliore delle previsioni, sull’occupazione americana a novembre. Il tasso di disoccupazione è calato al 7%, il minimo dal 2008. Ad aiutare sono anche alcune novità sul fronte del debito federale. Un compromesso, secondo il Wall Street Journal, potrebbe essere raggiunto la prossima settimana, prima della pausa di fine anno, all’interno della Commissione speciale bipartisan guidata dalla senatrice democratica, Patty Murray, e dal deputato repubblicano, Paul Ryan. L’intesa che sta prendendo corpo è un piano biennale che fissi la spesa federale attorno ai mille miliardi di dollari l’anno, a metà strada tra le richieste conservatrici di 967 miliardi e quelle democratiche di 1.058 miliardi.

Prima della campanella che ha dato l’avvio alle contrattazioni, i trader hanno osservato un minuto di silenzio in onore di Nelson Mandela, l’ex presidente sudafricano e leader della lotta contro l’Apartheid, scomparso ieri sera.

Europa positiva
Nel Vecchio continente, le Borse europee hanno allungato il passo dopo la diffusione dei dati Usa sul mercato del lavoro. Gli investitori stanno iniziando a comprendere che le iniezioni di liquidità sono un provvedimento temporaneo e che è meglio se la prima economia del mondo viaggi sulle proprie gambe.

A Milano, dove l’indice Ftse/Mib ha segnato +0,7%, sono migliorate le azioni delle banche. Ha fatto eccezione Mps. Per l’istituto senese si avvicina la possibilità di un aumento di capitale. In ripresa Telecom, dopo la scivolata di ieri.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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