Il cantiere della previdenza è perennemente aperto. Non c’è dubbio che i pensionati siano stati la categoria più interessata (o tartassata) dagli interventi normativi degli ultimi due governi. L’ultimo tassello, per ora, alla nuova legislazione sulle pensioni è contenuto nella legge di Stabilità (ex legge Finanziaria) approvata pochi giorni fa dal Parlamento.
Labirinto indicizzazioni
Dopo il blocco di due anni voluto dalla riforma Fornero ai tempi del governo Monti, torna l’indicizzazione degli assegni al costo della vita, ma non proprio come previsto. Il governo ha deciso che da gennaio 2014 le pensioni mensili fino a 1.486 euro (tre volte il minimo) saranno rivalutate al 100%, quelle pari a una cifra compresa fra tre volte e quattro volte il minimo verranno ritoccate al 95%, quelle tra quattro e cinque volte al 75%, e al 50% quelle tra cinque e sei volte. Gli assegni superiori a quest’ultima barriera (2.973 euro al mese) verranno incrementati al 40% dell’inflazione.
C’è da tener presente due aspetti importanti. Il primo è che tutte le rivalutazioni sono al lordo dell’Irpef. Il secondo è che questo nuovo meccanismo non avviene più a scaglioni come prima, ma le riduzioni riguardano l’intero assegno e non solo la parte eccedente la soglia prestabilita.
Pensioni d’oro, il governo ci riprova
Nelle nuove norme, si ritrova il contributo di solidarietà in capo alle cosiddette pensioni d’oro, bocciato la scorsa estate dalla Corte costituzionale. L’esecutivo ha previsto un prelievo tra il 6% e il 12% sulle pensioni che superano i 90 mila euro lordi annuali, da destinare a un fondo per elargire sussidi per i più poveri.
Busta arancione, sarà la volta buona?
Il ministro del Lavoro Enrico Giovannini ha dichiarato qualche giorno fa che nel 2014 la busta arancione (una comunicazione periodica ai cittadini per conoscere la propria situazione previdenziale; prende il proprio nome dal colore della busta contenente i documenti previdenziali che ogni anno viene spedita ai cittadini svedesi ormai da più di un decennio) entrerà nella fase operativa. Considerata la telenovela infinita sull’argomento (clicca qui per approfondire), si vedrà se e quando si partirà.
Previdenza complementare: buone performance, adesioni ferme
In attesa dei dati di fine anno, le statistiche Covip confermano che il 2013 è stato un buon anno per i fondi pensione, i quali, in media, hanno battuto il Trattamento di fine rapporto (Tfr) negli ultimi 21 mesi. Dopo il 2012 e il primo semestre 2013, anche il terzo trimestre dell’anno ha registrato sovraperformance per i comparti del secondo pilastro. Da gennaio a settembre, il rendimento medio di ogni categoria è stato superiore alla rivalutazione del Tfr, pari all’1,4%. I fondi negoziali, infatti, hanno segnato nei primi nove mesi del 2013 un guadagno medio del 3,2%, i fondi aperti del 5,1% e i Pip unit linked del 9%.
Le adesioni, tuttavia, restano al palo. Nei primi nove mesi dell’anno, gli iscritti a una qualche forma di previdenza complementare sono aumentati solo del 4,8%, raggiungendo i 6,1 milioni di aderenti. In pratica un lavoratore su quattro.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.