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Etp, i migliori e i peggiori dell’anno

Giappone ed energia pulita tra le scommesse vincenti, molto male i metalli preziosi, materie prime agricole e i grandi paesi emergenti. 

Valerio Baselli 30/12/2013 | 10:36
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Punti chiave

- Quest’anno, gli Etp che hanno reso di più sono stati quelli dedicati al mercato azionario giapponese, all’energia pulita, ad alcuni settori europei (come le telecomunicazioni) e alle aziende Usa a bassa capitalizzazione.

- I replicanti con le performance peggiori sono stati soprattutto quelli auriferi, seguiti dalle materie prime agricole e da alcuni paesi emergenti come Brasile e Turchia.

Secondo i dati Morningstar, tra il miglior Etp in termini di rendimento nel 2013 e il peggiore ci sono oltre 100 punti percentuali (prendendo in considerazione quelli quotati su Borsa Italiana ed escludendo i prodotti strutturati, cioè a leva o short). Un dato importante, soprattutto alla luce del sempre maggior peso degli Exchange traded product (Etp, acronimo che include Etf, Etc ed Etn) nei portafogli degli investitori. Perciò, occorre sottolineare come la scelta del prodotto giusto faccia la differenza. Il 2013 verrà ricordato come uno degli anni record per gli investimenti in replicanti. Secondo le statistiche di BlackRock, infatti, a fine novembre gli Etp hanno segnato una raccolta netta globale pari a circa 210 miliardi di dollari, e un patrimonio gestito di 2.361 miliardi.

A differenza dei fondi comuni tradizionali, gli Etp possono venire scambiati sul mercato intra-day e anche i loro costi di entrata e uscita sono molto più contenuti. Per questo si prestano a implementare allocazioni tattiche anche di breve periodo. Detto questo, nulla vieta di tenere in portafoglio Etf anche per molto tempo, Anzi, spesso fare trading troppo di frequente può rivelarsi dannoso. A questo proposito, Morningstar ha pubblicato l’anno scorso una breve guida sul trading con Etf (clicca qui per approfondire).

I promossi
Nella top ten degli Etp 2013 a farla da padrone c’è soprattutto l’azionario giapponese, che monopolizza il podio (da notare che tutti e tre i replicanti sono coperti dal rischio di cambio, cosa che ha spinto in alto i rendimenti). Bene anche il settore europeo delle telecomunicazioni e quello delle automobili. La sorpresa è rappresentata da un prodotto dedicato alle energie pulite, un’industria che ha vissuto un 2011 e un 2012 piuttosto difficili. Infine, bene anche gli indici dedicati ai titoli a bassa capitalizzazione degli Stati Uniti.

I bocciati
Sul fronte dei bocciati, invece, non ci sono grosse novità. L’asset class che ha sofferto più di tutte è stata l’oro seguita a ruota dall’argento. Ma non finisce qui: anche le materie prime agricole - soprattutto caffè e grano - hanno avuto un 2013 da dimenticare. Inoltre, male anche i mercati azionari di singoli paesi emergenti come il Brasile, ma anche Turchia e Indonesia (che non rientrano nei dieci peggiori, ma si piazzano a ridosso).

Etp, migliori e peggiori

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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