Le ultime trimestrali hanno indebolito in Borsa il titolo Tesco, ma il valore del gruppo britannico è ancora intatto. Negli ultimi tre mesi il titolo ha ceduto sul listino londinese il 5% in seguito alle deboli vendite realizzate nel quarto periodo, ma i nostri analisti mantengono invariate le previsioni di lungo periodo e stimano un prezzo obiettivo di 38 sterline (+15% rispetto alle attuali quotazioni).
Forte, ma non abbastanza
Tesco controlla il 30% del mercato alimentare nel Regno Unito, contro il 17% dei suoi principali competitor (Sainsbury e Asda) e l’elevato volume di vendite le permette di beneficiare di forti economie di scala. Il settore della grande distribuzione alimentare, però, è fortemente competitivo e questo impedisce, anche ad aziende di dimensioni molto elevate di realizzare grandi rendimenti del capitale in maniera sostenibile. La concorrenza sui prezzi è molto alta e questo comprime i margini di profitto. Inoltre, i prodotti offerti sono completamente indifferenziabili, e questo rende la fidelizzazione del cliente finale molto difficile. Negli ultimi anni, poi, le aziende del settore hanno investito in maniera aggressiva nella crescita della propria superficie di vendita, aggiungendo nuovi shop e ampliando quelli già esistenti. Questo ha contribuito a mitigare il negativo effetto della caduta dei consumi, ma ha anche prodotto una crescita del debito e un più basso livello di redditività del capitale investito.
Nel futuro c'è Cina e India
I nostri analisti stimano per i prossimi cinque anni un tasso di crescita media del fatturato del 3% circa. Se, infatti, il mercato britannico continuerà a risentire del debole andamento dell’economia del Paese, l’espansione della sua rete nel resto d’Europa e in Asia contribuirà a sostenere le vendite. Tesco ha recentemente deciso di chiudere le sue attività negli Usa, come aveva fatto qualche anno prima anche in Giappone, mentre su Cina e India il management continua a essere fiducioso. Negli ultimi anni Tesco ha orientato i suoi investimenti in modo da sostenere la maggior concorrenza sui prezzi e questo continuerà a ripercuotersi sul margine operativo nei prossimi anni che si manterrà attorno al 5%.
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