Philip Morris punta a consolidare la sua posizione nei paesi occidentali e scommette su quelli emergenti per crescere nel lungo periodo. Il gruppo americano controlla il 29% del mercato mondiale del tabacco (ad esclusione di Stati Uniti e Cina) e questo gli permette di sfruttare elevate economie di scala sia nei costi di produzione che in quelli legati alla distribuzione delle sua offerta. Philip Morris, poi, detiene un portafoglio marchi formato da brand di prestigio come Marlboro, per i quali i consumatori sono disposti a pagare prezzi più elevati della media, e questo le garantisce un margine operativo attorno al 40%, decisamente superiore a quello dei competitor.
Vincente sui mercati emergenti
Quello che realmente la differenzia dai suoi concorrenti, però, è la sua forte esposizione sui mercati emergenti. In molti paesi africani, asiatici e dell’Europa dell’Est, la popolazione cresce a tassi elevati e la legislazione contro il fumo è molto meno stringente che in quelli occidentali. In queste regioni, inoltre, si assiste anche all’innalzamento del reddito medio pro-capite, e questo favorisce lo spostamento dei consumatori sui marchi di fascia alta distribuiti dalla Philip Morris.
Il suo posizionamento in Cina, invece, è ostacolato dal monopolio di Stato ad opera dell’azienda China National Tabacco. Philip Morris, quindi, ha provveduto a formalizzare un accordo in base al quale la società cinese vende i prodotti Marlboro attraverso un contratto di licenza, mentre l’azienda americana si impegna a distribuire i prodotti del monopolista cinese sui mercati internazionali. I nostri analisti prevedono che nei prossimi cinque anni il fatturato di Philip Morris possa crescere del 10% in Asia, del 5% in America latina ed Europa dell’Est mentre solo dell’1,5% nel Vecchio continente.
Le previsioni degli analisti
I più alti volumi di vendita contribuiranno a migliorare ulteriormente la profittabilità dell’azienda, con il margine operativo che è visto in salita al 45% nel 2017. In base a queste previsioni, i nostri analisti stimano un prezzo obiettivo pari a 93 dollari per azione, riconoscendo al titolo un potenziale apprezzamento di circa il 35% (date le attuali quotazioni di mercato che si aggirano attorno agli 82 dollari), al quale si somma un dividend yield del 4,1%.
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