Qualcosa è cambiato alla Bce. E’ vero che la politica monetaria dell’istituto all’inizio del 2014 è rimasta ferma a quella dell’anno scorso (tassi di interesse ai minimi storici, quello principale allo 0,25%, quello marginale allo 0,75% e quello sui depositi overnight a zero); ma agli operatori non è sfuggita l’insistenza con cui il presidente dell’Eurotower, Mario Draghi, ha detto di essere pronto a intervenire se le cose nella regione dovessero peggiorare. Cosa farà realmente la Banca centrale, tuttavia, non è ancora chiaro.
La Bce ha detto di seguire da vicino l’andamento dei tassi di mercato e di essere pronta “a prendere altre iniziative con determinazione per mantenere sufficiente liquidità” nell’Eurozona. Draghi ha anche confermato che Francoforte manterrà un orientamento di politica monetaria accomodante e che continuerà la forward guidance del luglio scorso che prevede tassi di interesse nell’area euro al livello attuale o più bassi per un periodo di tempo prolungato. Per quanto riguarda le condizioni sul mercato monetario e il loro potenziale impatto “seguiamo gli sviluppi con molta attenzione e siamo pronti a valutare tutti gli strumenti a disposizione. In generale, restiamo determinati a mantenere un grado elevato di generosità monetaria e a prendere ulteriori iniziative, se necessarie”, ha continuato Draghi.
Le scelte della Bce
“L’inflazione dell’area euro è bassa e la crescita è debole. Ma, presumibilmente, la Bce ha già risposto a questi problemi quando ha tagliato i tassi di interesse allo 0,25%, lo scorso novembre”, dice un report di Sara Yates, Vice president del Global FX Strategist di Jp Morgan private bank. “A meno che il quadro non peggiori ulteriormente, riteniamo che sia molto improbabile un ulteriore accomodamento di politica monetaria da parte della Bce”.
L’elemento che ha colpito alcuni operatori è che in questa occasione Draghi ha ritenuto opportuno sottolineare il concetto che la Bce è pronta ad agire in caso di bisogno. “L’effetto è stato ottenuto attraverso un largo uso di rafforzativi (determined..., strongly emphasises…, firmly reiterate...) circa l’intenzione di mantenere la politica monetaria a livelli eccezionalmente accomodanti per un periodo di tempo esteso”, spiega una nota firmata da Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia capital partners Sgr. “Oltre a ciò Draghi ha stabilito due punti importanti. Primo: allo scopo di perseguire i suoi obiettivi, la Bce è pronta ad usare tutti gli strumenti concessi dal trattato. Sebbene il presidente non abbia voluto indicare precisamente gli strumenti, in molti vi hanno visto un’apertura all’acquisto di asset, previsto dall’articolo 18 del Trattato. In secondo luogo, Draghi ha citato le circostanze che possono produrre un’azione: un rialzo dei tassi monetari (per qualsivoglia motivo) oppure un deterioramento delle attese di inflazione. In generale si è trattato di un intervento dai toni morbidi, a indicare che la Banca centrale europea non è indifferente agli sviluppi sul fronte prezzi e credito ed è più che mai intenzionata ad agire se necessario”.
Inflazione stabile
Nel bollettino mensile di gennaio dell’Eurotower si legge che, sulla base dei prezzi future per l’energia, i tassi di inflazione annua nella regione della moneta unica “sono previsti intorno ai livelli attuali nei prossimi mesi”. Il documento aggiunge che, nel medio termine, le pressioni sottostanti ai prezzi resteranno modeste. Allo stesso tempo le attese di inflazione nel medio-lungo termine sono stabili, in linea con l'obiettivo di un tasso inferiore, ma vicino al 2%. Possibili rischi al rialzo possono derivare “da un aumento di prezzo delle materie prime e di incrementi più marcati del previsto dei prezzi controllati e delle tasse indirette”, mentre il rischio principale per un ulteriore calo dell'inflazione è esclusivamente “un’attività economica più debole del previsto”.
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