Morningstar ha rinnovato il sondaggio mensile che svolge da oltre dieci anni tra le principali case di investimento che operano in Italia. Ai gestori e strategist viene chiesta una previsione sull’andamento dei mercati azionari, dei titoli governativi e dei cambi nei successivi sei mesi. Le risposte sono aggregate in un indice, il Morningstar Italy Investment Sentiment index (Miisi), sulla base delle probabilità attribuite a diversi scenari (mercati in salita, stabili o in discesa).
Nel complesso, a gennaio gli intervistati mostrano ottimismo sulle Borse, in particolare quella italiana e più in generale le europee. Ammettono, però, che il recente rally, ha reso le valutazioni più costose e non escludono prese di profitto. Nel reddito fisso, invece, si muovono con maggior prudenza, con l’eccezione dei mercati periferici.
In Europa vince l’Italia
Per le Borse europee, l’indice di sentiment è pari a 69,91 punti, in una scala dove 100 indica la massima certezza di rialzo e 0 la massima certezza di ribasso (vedi sotto per la metodologia). Nel Vecchio continente, lo scenario macro-economico è migliorato e la politica della Banca centrale rimane espansiva, con la possibilità di interventi monetari più aggressivi. Il principale problema è rappresentato dall’elevato tasso di disoccupazione. Tuttavia, nel complesso, la situazione è favorevole ad asset rischiosi come le azioni.
Rispetto al resto dell’Europa, l’Italia ha un indice di sentiment leggermente superiore, pari a 70,97 punti, che rivela una preferenza per le aree periferiche del Vecchio continente, in particolare per Piazza affari, che è stata a lungo il fanalino di coda.
Wall Street non è in saldo
Le probabilità di crescita di Wall Street nei prossimi sei mesi sono di circa dieci punti inferiori all’Europa. L’indice di sentiment, infatti, si ferma a 59,83 punti. Le ragioni vanno ricercate soprattutto nelle valutazioni dei titoli, considerate piuttosto care. I gestori, invece, hanno accolto bene il piano di tapering (riduzione della politica monetaria ultra-espansiva) della Federal Reserve. L’attenzione è rivolta alle decisioni della neo presidente della Fed, Janet Yellen, in merito alle nuove linee guida di lungo periodo dell’istituto centrale ora che il tasso di disoccupazione è in calo.
Tokyo ancora su
Sulla Borsa di Tokyo, il sentiment è moderatamente positivo (63,13 punti). La Banca del Giappone dovrebbe essere la più espansiva al mondo nel 2014, se proseguirà lungo la strada intrapresa l’anno scorso. L’indebolimento dello yen, inoltre, favorisce le esportazioni con conseguenti benefici sugli utili aziendali.
Emergenti nell’incertezza
I mercati azionari emergenti sono caratterizzati da uno scenario più incerto rispetto a quelli sviluppati. L’indice di sentiment, infatti, si ferma a 55,09 punti, il valore più basso nel segmento equity. Il 2013 è stato un anno volatile a causa delle preoccupazioni legate al tapering, con forti cali nelle aree più dipendenti dai flussi esteri, come ad esempio l’Indonesia. Per i gestori, nel 2014 ci saranno forti differenze di performance sui mercati emergenti. Tra i paesi preferiti figurano la Cina e la Russia.
Governativi, meglio la periferia
Nel reddito fisso, lo scenario è improntato a un moderato pessimismo, in particolare per i titoli core. L’indice di sentiment sul decennale statunitense si ferma sotto i 40 punti e quello del Bund tedesco con stessa scadenza appena sopra i 41. Questo significa che i gestori ritengono più probabile una discesa dei prezzi nei prossimi sei mesi rispetto a una loro salita. Nonostante il tapering sia graduale, è diffusa la convinzione che avrà un impatto negativo sui mercati obbligazionari in tutto il mondo. Inoltre, alcuni non escludono la possibilità di una “grande rotazione” verso le azioni.
Il sentiment è decisamente migliore sul Btp italiano, per il quale prevale lo scenario di aumento dei prezzi. Per i titoli periferici l’anno è iniziato con un calo dei rendimenti, conseguente al restringimento dello spread rispetto al governativo tedesco. La situazione congiunturale è in lento miglioramento, anche se non si può ancora parlare di ripresa e il debito pubblico continua ad aumentare.
Dopo un 2013 deludente, i gestori rimangono cauti sul debito emergente, anche se il sentiment è migliore rispetto ai titoli governativi core (44,44 punti). Per un ritorno su questa classe di attività è necessario che il quadro macro continui a migliorare e i tassi rimangano bassi.
Sentiment negativo sull’euro
Sul mercato valutario, lo scenario considerato più probabile è un indebolimento dell’euro rispetto al dollaro. L’incertezza, però, è elevata. La divisa comunitaria è considerata costosa nei confronti del biglietto verde, ma la Bce e la Fed continuano ad agire in modo diverso. Quest’ultima ha avviato una revisione della politica ultra-accomodante, mentre l’istituto di Francoforte potrebbe dover ancora intervenire in soccorso dell’economia.
Chi ha partecipato
Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra il 7 e il 14 gennaio, 30 gestori e strategist delle principali case di gestione e intermediazione operanti sul territorio. I partecipanti appartengono alle seguenti società: Albemarle asset management, Anthilia Capital Partners, Carmignac Gestion, Credit Suisse, East Capital, Ersel, FIA asset management, Fideuram Sgr, FXCM, Invesco, Invest Banca, Investitori Sgr, La Française Am, M&G Investments, Nemesis, Nextam Partners Sgr, Pioneer IM, Sella Gestioni Sgr, Swiss&Global AM Sgr, Syz Asset management, Threadneedle Investments, Union Bancaire Privée, VG asset management.
Morningstar Italy Investment Sentiment Index (Miisi)
Il Morningstar Italy Investment Sentiment Index (Miisi) è un indice di sentiment elaborato dal team locale di analisti di Morningstar. E’ basato su un questionario inviato ogni mese alle principali case di gestione e intermediazione italiane ed estere alle quali viene chiesta una previsione a sei mesi sui principali mercati azionari, obbligazionari e valutari. In particolare, gli intervistati devono esprimere il loro livello di confidenza rispetto a tre scenari di mercato (in crescita, stabile e in discesa). I risultati vengono aggregati al fine della costituzione dell’indice. I segmenti sono dieci: mercati azionari europei, italiano, statunitense, giapponese e emergenti; titoli di stato decennali tedesco, statunitense, italiano e debito emergenti; cambio euro/dollaro. Per ciascun segmento il valore massimo è 100 (certezza della crescita del mercato) e il valore minimo è 0 (certezza del ribasso). La base è 50, che indica una posizione neutrale o di mercato stabile. Per avere il documento metodologico, scrivere a REDAZIONE.MORNINGSTARITALY@morningstar.com.
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