Punti chiave
- La revisione dell’offerta pensionistica complementare ha portato a un incremento del patrimonio in gestione.
- Negli ultimi cinque anni fenomeno di fusioni e liquidazione di molte linee di investimento.
- Nello stesso periodo 52 linee sono state lanciate sul mercato.
La razionalizzazione dell’offerta aiuta la previdenza complementare a decollare in Italia. Dal 2008 a oggi il numero degli strumenti aperti e negoziali si è ridotto di 129 unità e il patrimonio gestito è cresciuto più del 100% (114% e 116%, rispettivamente). L’industria ha recepito il messaggio delle ultime relazioni annuali della Covip (l’organismo di controllo del settore), la cui esortazione è quella di arrivare a un maggiore ordine del sistema e a una fusione dei comparti che non raggiungono le soglie minime di adesione. In questo modo, i sottoscrittori beneficerebbero di una maggiore diversificazione degli investimenti, mentre il settore avrebbe maggiori economie di scale e un maggiore potere contrattuale nei confronti di gestori esterni e di erogatori delle rendite.
La razionalizzazione premia
Nell’ultima relazione della Covip si legge che, nel corso del 2012, sono state realizzate sei operazioni di cessione, con contestuale fusione, di fondi aperti che hanno determinato una riduzione del numero di sette unità. Si è inoltre verificato un caso di chiusura per cessazione definitiva dell’attività. Il numero dei fondi operativi si è così ridotto da 67 a 59 unità.
Morningstar, da parte sua, ha calcolato quante linee di fondi pensione sono state interessate da questo fenomeno di riduzione negli ultimi cinque anni: 31 linee (tra aperte e negoziali) sono state liquidate e 98 incorporate ad altre. Nella maggioranza dei casi, le fusioni che hanno interessato i fondi pensioni aperti hanno riguardato comparti gestiti da compagnie assicurative e quelle realizzate nel 2011 e nel 2012 hanno visto uscire dal settore della previdenza integrativa la società cedente. Solo in un’occasione ci sono state modifiche del regolamento del fondo incorporante.
In via eccezionale
Le operazioni di chiusura sono ritenute eccezionali. Avvengono esclusivamente quando non siano praticabili altre soluzioni per dare continuità alla forma pensionistica e se gli iscritti sono posti in condizione di proseguire nella costruzione della proprio piano integrativo, trasferendo la posizione individuale a un’altra forma pensionistica complementare.
Ma se c’è chi chiude i battenti, c’è anche chi arriva sul mercato. Negli ultimi cinque anni le linee lanciate sono state 52: 37 all’interno di comparti aperti e 15 in quelli negoziali.
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