Punti chiave
-Con la crisi del debito, i titoli di stato tedeschi hanno assunto lo status di porto sicuro
-Tra gli Etf coperti dalla ricerca Morningstar, db x-trackers adotta la replica sintetica, iShares quella fisica.
Gli Etf specializzati sui titoli di stato tedeschi a breve termine (1-3 anni) possono essere considerati un’alternativa a basso rischio ai fondi monetari o altri strumenti per il parcheggio della liquidità. Morningstar ha recentemente aggiornato le analisi su questi strumenti indicizzati, che possono rivestire un ruolo core in un portafoglio di investimento, non solo per i tedeschi, ma anche per i risparmiatori di altri paesi. Con la crisi, infatti, sono rimasti uno dei pochi asset considerati privi di rischio (risk free) nel panorama europeo.
Il porto tedesco
Il forte indebitamento delle nazioni periferiche, i cosiddetti Piigs (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna) ha restituito ai governativi tedeschi un ruolo di “porto sicuro”, dal momento che ha acceso i timori di un fallimento dell’Eurozona e quindi del progetto di convergenza in un’unica moneta comunitaria. Nella fase più buia della crisi, gli spread (i differenziali) si sono allargati raggiungendo livelli allarmanti, fino a quanto il presidente della Bce, Mario Draghi, non ha annunciato, nell’estate 2012, di voler fare tutto il possibile per “salvare l’euro”. Da allora, la situazione è migliorata, tuttavia è aumentato il gap economico tra la Germania, che ha registrato una forte ripresa dopo lo shock generato in tutto il mondo dal fallimento di Lehman Brothers, e il resto d’Europa, alle prese con le misure di austerità necessarie per rimettere a posto i conti pubblici.
La politica della Banca centrale europea è oggi molto accomodante, con tassi di riferimento allo 0,5%, e potrebbe rimanere tale per tutto il 2014, dato che non si vedono all’orizzonte pericoli di inflazione (al contrario qualcuno teme che ci siano segnali di deflazione). Inoltre, l’istituto di Francoforte è impegnato nel mantenere la stabilità finanziaria, dando liquidità a condizioni favorevoli al sistema bancario.
“Finché ci saranno timori sulla sopravvivenza dell’euro”, dice José Garcia-Zarate, analista di Morningstar, “le strategie di preservazione del capitale contribuiranno a mantenere bassi i rendimenti (yield) dei titoli di stato tedeschi. Tuttavia, l’attrattività di questi strumenti potrebbe diminuire, se aumenterà l’appetito per il rischio. In un simile contesto, possono essere usati tatticamente per gestire la duration e contrastare gli effetti negativi di un incremento dei tassi”.
Occhio al benchmark
Tra gli Etf specializzati su questi asset e quotati in Borsa italiana, due sono coperti dalla ricerca Morningstar. Si tratta di db x-trackers II iBoxx Eur Germany 1-3 e iShares eb.rexx Government Germany 1,5-2,5yr. Con analoga scadenza c’è anche Ubs Etf Markit iBoxx Eur Germany 1-3, per il quale non è ancora disponibile l’analisi.
L’Etf di Deutsche Bank utilizza la replica sintetica (attraverso swap) per riprodurre l’andamento dell’indice iBoxx Eur Germany 1-3, che contiene titoli con un minimo di scadenza residua di un anno (massimo tre anni) e un circolante non inferiore ai due miliardi. I prezzi di ciascuna obbligazione sono calcolati dalle dieci principali istituzioni finanziarie tedesche e consolidati nell’indice. Il modello di replica è unfunded, per cui l’Etf acquista un paniere di titoli da Deustche Bank e contestualmente sigla un contratto swap per ricevere la performance del benchmark in cambio di quella del basket sostitutivo (quest’ultimo ha titoli molto correlati con quelli del benchmark).
L’Etf di iShares, invece, adotta la replica fisica piena, acquistando quindi gli stessi titoli presenti nell’indice eb.rexx Government Germany 1,5 -2,5yr, che è calcolato da Deutsche Boerse. E’ composto da governativi tedeschi con scadenza residua compresa tra 1,5 e 2,5 anni e un circolante di almeno 4 miliardi. Entrambi possono distribuire periodicamente dei dividendi. L’Etf di iShares è attualmente il più grande in Europa in termini di masse gestite. Il suo Ter (indice sintetico di spesa) è dello 0,16% contro lo 0,15% di quelli di Deutsche Bank.
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