Il rischio che il cambiamento tecnologico modifichi gli equilibri anche nel settore pubblicitario ha spinto Omnicom a cercare alleati anche tra i nemici. L’accordo con Publics, che prevede la fusione delle due società, darà vita ad un gruppo con un giro d’affari potenziale di circa 22 miliardi di dollari l’anno (stando ai numeri riportati nel 2012). Le ragioni di questa operazione non nascono dall’esigenza di un maggior consolidamento dell’industria.
Nella graduatoria per fatturato, infatti, Omnicon e Publics occupano rispettivamente la seconda e la terza posizione. In più, la loro dimensione globale e la natura dei servizi offerti gli garantisce un forte posizionamento all’interno del settore. La vera ragione, quindi, è quella di unire le forze per fronteggiare il potenziale effetto distruttivo che l’ingresso di società come Facebook e Google potrebbe avere nel settore. “La fusione tra le due società creerà un valore aggiunto per gli investitori”, dice Peter Wahlstrom analista azionario di Morningstar. “Omnicom è rinomata per le sue capacità creative, mentre l’offerta digitale di Publics è seconda solo a quella di WPP. Questa integrazione, quindi, promette di arricchire e completare l’offerta al pubblico e di generare importanti economie di scala”.
Occasione persa per gli investitori
Anche se l’operazione non si è ancora completata, viste le dimensioni dei soggetti in questione e l’attesa per il nullaosta delle autorità di vigilanza sulla concorrenza, il momento migliore per prendere posizione su Omnicom è già passato. Dal momento dell’annuncio, diramato alla stampa a fine ottobre scorso, il titolo ha guadagnato oltre il 10% e ora viaggia su prezzi sostanzialmente più elevati rispetto alla nostra valutazione che è pari a 65 dollari per azione. La nostra raccomandazione, quindi, è quella di mantenere un atteggiamento prudente e di non prendere posizione fino a che le quotazioni si saranno riportate ad un valore ragionevole rispetto al nostro prezzo obiettivo.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.