Chi ha ancora paura della tecnologia? Fra la fine del 20esimo e l’inizio del 21esimo secolo lo sviluppo di Internet ha costretto editori, società discografiche e agenzie di viaggio a rivedere il proprio modello di business per non scomparire dal mercato. Ma quelle erano le vittime designate della rivoluzione di Internet che prometteva di dare, fin dagli albori, giornali, musica e pacchetti vacanze direttamente sul pc. Ora i cambiamenti interessano un maggior numero di segmenti.
Chi si preoccupa
Il colosso della grande distribuzione Wal-Mart a novembre dell’anno scorso ha tagliato per la seconda volta in pochi mesi le sue previsioni di bilancio. In entrambe le occasioni la decisione è coincisa con un aumento dell’offerta online da parte di Amazon. Lo sviluppo di accessori come tablet e smartphone, intanto, ha portato sul mercato dei chip produttori specializzati come Arm Holding che stanno dando filo da torcere al colosso Intel costringendolo ad anticipare, per l’anno in corso, vendite in linea con quelle del 2013.
I cambiamenti stanno interessando anche il segmento energetico, dove si registra l’arrivo di concorrenti inaspettati. Nelle settimane scorse Google ha annunciato l’acquisizione per 3,2 miliardi di dollari di Nest Lab, una start up che lavora nel campo della gestione energetica. Un’operazione che mette il fiato sul collo a un colosso come Siemens che, tra l’altro, deve già fare i conti con Samsung nel settore degli apparecchi medicali. Lo sviluppo delle stampe in tre dimensioni, intanto, rischia di mettere in pericolo alcuni business delle società di logistica. Le vendite di apparecchi in 3D, secondo uno studio della società di consulenza Wolhers Associates, nel 2017 raggiungeranno i 6 miliardi di dollari contro i 2,2 miliardi del 2012. Questa tecnologia, nei suoi sviluppi, rischia di mettere in crisi il segmento dei pezzi di ricambio: i produttori di auto e aerei, ad esempio, cominceranno a produrre all’interno degli stabilimenti gli elementi di cui hanno bisogno.
Le scelte operative
Certo, i colossi non stanno a guardare. “Per non perdere troppe posizioni Wal-Mart ha sviluppato la sua attività di e-commerce che oggi impiega 2.500 persone in tutto il mondo”, spiega Peter Wahlstrom, analista di Morningstar. “Intel, intanto, ha siglato una joint venture con il produttore di chip Altera per fornire componenti tecnologiche alle acciaierie. Uno sviluppo che per il momento non dovrebbe avere grande impatto sui bilanci ma che vale la pena tenere d’occhio. Non sembra invece interessata a lavorare con Arm nel segmento della telefonia”. Dal punto di vista operativo, secondo gli analisti, bisognerà tenere d’occhio soprattutto le fusioni e le acquisizioni. “I clienti vorranno sempre di più comprare soluzioni complete, anche dal punto di vista della tecnologia, da un unico venditore”, dice l’analista di Morningstar. “Questo spingerà le aziende di diversi settori a colmare i gap che hanno su questo fronte mettendosi in casa società che possano completare il loro portafoglio di prodotti”.
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