Punti chiave
- Il Morningstar Rating rappresenta una valutazione quantitativa e oggettiva delle performance passate aggiustate per i costi e per il rischio.
- Il Morningstar Analyst Rating esprime una valutazione soggettiva sui quei fattori che statisticamente riescono meglio a predire i rendimenti futuri.
Solo al 6% dei fondi analizzati da Morningstar a livello europeo è stato assegnato il massimo livello di Giudizio qualitativo (Analyst Rating Gold). Il 10% ha invece ottenuto le cinque stelle. Queste statistiche illustrano gli stringenti criteri di selezione utilizzati da Morningstar per definire quali sono i fondi migliori. Ma per capirne il messaggio, bisogna comprendere come funzionano e quali sono le differenze tra i due rating.
Morningstar utilizza un metodo intuitivo per valutare le performance dei fondi aggiustate per il rischio: il Morningstar Rating (“le stelle”). Questa metodologia, affinata nel corso degli anni (ma rimasta uguale dal 2002) rappresenta una valutazione oggettiva delle performance passate aggiustate per i rischi e per i costi sostenuti dagli investitori. È un’analisi sintetica effettuata a posteriori su diversi orizzonti temporali. Per l’assegnazione del rating sono necessari almeno tre anni di storia e l’appartenenza dello strumento a una categoria rilevante (alcune non prevedono l’assegnazione perchè non abbastanza numerose o perchè il gruppo di riferimento non è abbastanza omogeneo. Ad esempio: gli Alternativi o gli Obbligazionari Altro).
Il rating:
- È basato su una misura proprietaria (Morningstar Risk Adjusted Return, o MRAR).
- La metodologia e uguale per tutti i fondi e gli Etf.
- Il giudizio è ricalcolato ogni mese.
- È assegnato in base al posizionamento relativo del fondo o Etf all’interno della categoria di appartenenza.
- Attribuisce maggior peso alle performance di medio e lungo termine (cinque e 10 anni) rispetto a quelle di breve periodo (tre anni).
Il Morningstar Rating lavora bene quando è chiamato a identificare in modo inequivocabile quali fondi sono stati i migliori. Ma essendo un test sui risultati, non dice nulla su quali saranno i migliori, o lo fa solo nella misura in cui si sia convinti che le performance passate siano garanzia di quelle future (in realtà non lo sono).
L’Analyst rating
Per questo, dal 2009 Morningstar assegna un altro tipo di giudizio, il Morningstar Analyst Rating. Questo giudizio è, in qualche modo, antitetico rispetto alle stelle (vedi tabella 1).
Tab. 1
È soggettivo, qualitativo, prospettico, e si concentra sui quei fattori che statisticamente riescono meglio a predire i rendimenti futuri: il capitale umano e l’esperienza dei gestori; la qualità della società di gestione; l’efficacia della strategia e del processo di investimento; e soprattutto i costi.
Tab. 2
La metodologia di analisi qualitativa di Morningstar si fonda su cinque pilastri: Persone, Processo, Performance, Società e Prezzo. Per ciascuno di questi, vengono raccolte informazioni attraverso l’uso di banche dati, strumenti di analisi sviluppati da Morningstar, questionari inviati alle società di gestione e incontri diretti con i gestori nel corso dei quali viene approfondita la conoscenza del fondo. Il giudizio finale, rivisto periodicamente, viene sviluppato in seno al Comitato di Rating europeo che assicura l’omogeneità nell’applicazione della metodologia di valutazione. Il risultato è un report, che descrive in dettaglio i fattori oggetto di valutazione. Soltanto ai fondi migliori, quelli cioè che eccellono in tutti i pilastri, viene assegnato il rating “Gold”. A livello europeo sono attualmente oltre 1.300 i fondi coperti da Analyst Rating. Di questi, solo il 6% ha rating Gold (vedi tabella 2).
In quest’ottica, le performance riescono a dirci qualcosa solo nella misura in cui rivelino attitudini o stili di investimento dei gestori. In altre parole, si osserva il track record del fondo per comprendere in che modo si comporta il gestore durante determinate fasi del mercato. Un cambio significativo avvenuto all’interno del team di gestione rende le performance precedenti irrilevanti ai fini del rating qualitativo.
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