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Il capitale umano va in pensione

La capacità di guadagno, al netto dei consumi futuri, consente di capire quale asset allocation prediligere per il portafoglio. Guardare al domani dipende anche da diverse variabili intangibili. Quale peso dare ad azioni e obbligazioni.

Azzurra Zaglio 21/02/2014 | 09:58
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Per prepararsi alla pensione è meglio ragionare come un’azione o come un’obbligazione? Trasformarsi in uno strumento finanziario è sicuramente piuttosto insolito ma, secondo John Rekentaler, analista di Morningstar, può essere utile per capire quale mix di portafoglio adottare per arrivare più tranquillamente al momento in cui si smetterà di lavorare.

Se è vero, infatti, che attivare un piano di previdenza complementare è ormai quasi un obbligo se si vuole beneficiare di uno stile di vita decoroso, è altrettanto vero che le modalità variano da soggetto a soggetto, anche in considerazione di elementi come età, status sociale, reddito propensione al risparmio. Tutti fattori racchiusi nella definizione di capitale umano (human capital, in inglese). In pratica è la capacità di guadagno di una persona, al netto delle spese future, da cui può derivare quella di risparmio e di consumo.

Gli analisti di Ibbotson Associate (gruppo facente capo a Morningstar) hanno mostrato come al principio della fase lavorativa il capitale finanziario sia allo stadio iniziale (primi redditi), mentre quello umano sia al suo picco (dato il lungo periodo a disposizione per lavorare e guadagnare).

al principio della fase lavorativa il capitale finanziario sia allo stadio iniziale (primi redditi), mentre quello umano sia al suo picco (dato il lungo periodo a disposizione per lavorare e guadagnare).

Col trascorrere del tempo, le rotte si invertono e quello umano diminuisce, fino a divenire quasi nullo durante la pensione.

Per questo, nell’asset allocation l’investitore dovrebbe preferire all’inizio un orientamento più azionario per spostarsi verso una strategia prudente e conservativa man mano che ci si avvicina all’età del ritiro dal mondo del lavoro. È esattamente quello che fanno i programmi di life cycle dei fondi pensione aperti che, con il trascorrere del tempo, spostano il capitale parcheggiato dal lavoratore da attivi più rischiosi a quelli più prudenti. Secondo Rekenthaler, il segreto è capire quale rapporto creare tra il capitale umano e quello finanziario identificando il momento in cui rischiare di più e quello in cui preferire la prudenza.

Quale ego preferire
L’analisi di Ibbotson prova a dare delle indicazioni. Pensiamo a un professore universitario il cui reddito è piuttosto certo per il resto della sua carriera. All’altro estremo potrebbe esserci un broker finanziario le cui entrate dipendono strettamente dall’andamento dei mercati. Il primo caso può essere paragonato a un’obbligazione con la cedola che ha bisogno della diversificazione data dall’equity. Il secondo è più simile a un’azione che deve poter far conto sulla protezione dei bond.

Anche l’età influenza il valore del capitale umano. Quando si è giovani, ci si trova all’inizio di una fase di accumulo che si traduce in un’alta percentuale di human capital e in una bassa di quello finanziario. Il flusso di reddito si presume sia a lungo termine, pertanto ci si può permettere di prendere maggiori rischi. Tuttavia, è necessario essere consapevoli che il capitale accumulato va protetto man mano che ci si avvicina al pensionamento. Pertanto, gli analisti consigliano di dirigersi poi verso asset di reddito, come obbligazioni, titoli che pagano dividendi e rendite.

Questo deve essere fatto cercando di lasciare da parte l’emotività. Su orizzonti temporali di breve e medio termine (fino a 10 anni) le azioni risentono di una maggiore volatilità e incertezza. Infatti, dal febbraio 2002 allo stesso mese del 2012, l’equity americano ha guadagnato meno del 5% (medio) all’anno, mentre le obbligazioni high quality sono salite in media il 5,5% e hanno sopportato meglio gli effetti della volatilità. In un contesto del genere si potrebbe essere quindi invogliati a escludere a priori il mondo azionario. Ma sarebbe un errore, in quanto in periodi di tempo molto ampi asset allocation diversificate hanno mostrato di saper compensare i maggiori rischi assunti dagli investitori.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Azzurra Zaglio

Azzurra Zaglio  è stata Redattrice di Morningstar in Italia.

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