Punti chiave
- Il primo mese dell’anno si chiude con deflussi netti per gli Etp a livello globale, non succedeva dall’agosto scorso.
- I riscatti maggiori sono stati registrati su indici azionari statunitensi e dei mercati emergenti. Bene la raccolta sull’Europa.
- Le nuove emissioni del 2013 sono state circa la metà di quelle del 2011.
Passo falso per gli Exchange traded product (Etp, acronomico che racchiude Etf, Etc ed Etn). Il primo mese dell’anno, infatti, si chiude con una raccolta netta negativa per 9,7 miliardi di dollari. A fine gennaio, per la prima volta nella storia, il numero di replicanti quotati ha superato la soglia dei 5 mila (5.025 prodotti), i quali gestiscono in totale oltre 2.321 miliardi di dollari. A dirlo è il consueto report ETF Landscape – Industry Highlights, pubblicato dal BlackRock Investment Institute.
Prese di profitto
A pesare sulla raccolta totale, ci sono i riscatti dai mercati emergenti (10 miliardi di dollari in uscita), considerati ancora troppo rischiosi e volatili, e dall’azionario americano (i benchmark large cap statunitensi hanno lasciato per strada 15,9 miliardi). Lo S&P 500 ha guadagnato il 29,6% nel 2013, ma ha segnato una perdita del 3,6% il primo mese del 2014. Questo ha evidentemente spinto gli investitori a prendere profitto dai guadagni ottenuti, in attesa di maggiori certezze sull’economia a stelle e strisce.
“Gli investitori continuano ad abbandonare i mercati emergenti, influenzati dalle recenti manovre sui tassi di interesse implementate in diversi paesi, Turchia inclusa, nel tentativo di arginare la pressione sulle loro valute, e dal perdurare dei disordini politici in Ucraina e Thailandia. Mentre gli Stati Uniti stanno uscendo da un lungo rally che ha portato gli asset rischiosi a livelli relativamente elevati, i mercati emergenti stanno risentendo di un sentiment fragile e di una generale flight to quality”, si legge in una nota di Russ Koesterich, responsabile globale della strategia d’investimento di BlackRock.
Europa in spolvero
Gli indici azionari pan-europei, dal canto loro, hanno segnato il settimo mese consecutivo di raccolta positiva (4 miliardi di dollari), grazie alle migliori previsioni sulla ripresa del Vecchio continente e ai dati manifatturieri tedeschi. Anche gli strumenti dedicati all’equity giapponese hanno attirato circa 4 miliardi di flussi netti.
I replicanti a reddito fisso, invece, raccolgono flussi modesti ma positivi, pari a 3,3 miliardi. Gli indici obbligazionari europei hanno trascinato il settore con 1,9 miliardi di raccolta. I bond a breve scadenza restano i preferiti dagli investitori.
Nuove emissioni in frenata
Secondo lo studio di BlackRock, il tasso di nuove emissioni è in discesa. Nel 2013 sono stati lanciati 430 nuovi replicanti, che hanno raccolto in totale 26,4 miliardi. Molto poco in confronto ai 929 nuovi lanci del 2010 o dei 876 del 2011.
Secondo il report, i primi tre replicanti per flussi in entrata a livello globale da inizio anno sono: Vanguard European Stock Index (non venduto in Italia), NEXT FUNDS Nikkei 225 Leveraged e Nomura Nikkei 225. I primi tre per deflussi da inizio anno, invece, sono: SPDR S&P 500, iShares Msci Emerging Markets e iShares Russell 2000.
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