Punti chiave
-Il 67% degli investitori italiani pensa di puntare sulle azioni nel 2014.
-L’esposizione al reddito fisso è superiore al resto del mondo.
-A livello globale, cresce l’ottimismo sull’economia.
Gli investitori italiani tornano ad affacciarsi sul mercato azionario, ma sono meno propensi degli stranieri a puntare sulla Borsa locale. A dirlo è lo Schroders global investment trend report 2014, che ha coinvolto 15.749 investitori (definiti come chi prevede di impiegare almeno 10 mila euro o l’equivalente in altra valuta nei prossimi dodici mesi) di 23 Paesi (di cui circa mille in Italia).
Secondo la ricerca, il 67% degli intervistati del Belpaese pensa di puntare sulle azioni, sostanzialmente in linea con il campione globale (70%). Tuttavia, mentre a livello mondiale la percentuale che intende investire nel listino locale è del 41%, in Italia scende al 21% (anche se è considerata la Borsa preferita).
Pro e contro
Come è emerso negli scorsi mesi dal sondaggio Morningstar tra le principali case di gestione, Piazza affari è il listino che raccoglie i maggiori consensi in termini di performance nel prossimo semestre e l’ottimismo si riflette sull’andamento positivo da inizio anno (+7,4% l’indice Msci Italy al 26 febbraio 2014). Conferme giungono anche dalla raccolta dei fondi azionari specializzati sul Belpaese, che a gennaio è stata positiva per 366 milioni di euro (fonte Morningstar Direct).
Una delle ragioni della differenza di propensione all’investimento sul mercato locale tra l’Italia e il resto del mondo risiede nella forte preferenza per il mercato obbligazionario, che viene confermata dal rapporto di Schroders. Il 34% degli intervistati italiani, infatti, dice di voler puntare sul reddito fisso, contro una media globale del 18%. L’andamento del mercato italiano, inoltre, viene sempre più visto come strettamente correlato con quello di Eurolandia e c’è quindi la tendenza a investire in prodotti che diversificano in tutto il Vecchio continente. Infine, buone potenzialità vengono riconosciute alle aree emergenti, che sono quindi destinate a catalizzare nuovi flussi di investimento.
Più ottimismo
In generale, il report di Schroders mostra un maggiore ottimismo nelle opportunità di investimento. Il 47% degli italiani si dice più fiduciosa per il 2014 rispetto al 2013 (56% il campione globale). Pensando poi alle priorità finanziarie, oltre la metà pensa di destinare il reddito disponibile a investimenti, il 26% opta, invece, per i conti di risparmio e il 6% si impegnerà ad estinguere i debiti.
A livello globale, l’82% del campione prevede di aumentare o lasciare invariata la quota destinata agli investimenti e ai risparmi, una percentuale che riflette il miglioramento delle prospettive economiche, in particolare per le regioni sviluppate, nonostante la recente volatilità dei mercati. Un simile ottimismo era emerso anche nel Global market sentiment survey 2014, pubblicato all’inizio dell’anno dal Cfa Institute, che presenta le aspettative sui mercati finanziari di 6.561 professionisti certificati di 110 paesi. Il 63%, infatti, ha dichiarato di attendersi un’espansione dell’economia globale nel 2014, un cambiamento di prospettiva significativo rispetto ai due anni precedenti.
Etica, l’anello debole
Il sondaggio del Cfa Institute, tuttavia, rivela che oltre la metà degli intervistati lamenta una mancanza di cultura etica all’interno delle istituzioni finanziarie, quale causa della scarsa fiducia nel settore. In un momento in cui gli investitori mostrano di voler tornare in Borsa, è importante che i principali attori del mercato lavorino per aumentare la resistenza agli shock. Per farlo non possono prescindere dall’adottare comportamenti etici a tutti i livelli.
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