Cina Shenhua non esce indenne dal forte calo delle Borse cinesi ma, secondo i nostri analisti, ha risorse per continuare a macinare profitti anche nel lungo termine. Da inizio anno il titolo per primo produttore di carbone del paese ha perso circa il 15% della sua capitalizzazione di mercato e ora viaggia su prezzi inferiori di circa il 50% rispetto al nostro prezzo obiettivo che è pari a 26 yuan per azione.
Le problematiche di lungo periodo
La Cina è la seconda nazione per emissioni di Co2 al mondo. Questo significa che nei prossimi anni sarà costretta a orientarsi con più decisione verso l’utilizzo di energie rinnovabili e di gas naturale e ad introdurre misure punitive per limitare l’impatto sull’ambiente delle attività produttive. Interventi che avranno il duplice effetto di aggravare il problema dell’eccessiva capacità produttiva del carbone e di aumentare i costi di produzione della materia prima.
Nonostante queste minacce siano reali, ci sono diversi elementi che sostengono la nostra tesi. Il primo è legato alla crescente domanda di energia di un paese in forte espansione economica come la Cina. Tale richiesta è destinata a essere soddisfatta facendo ricorso alla risorsa più economica e più facilmente disponibile come il carbone, data la scarsa produzione e alla limitate riserve di greggio e gas naturale.
La differenza è nei costi di trasporto
China Shenhua è il primo produttore di carbone in Cina e il secondo al mondo. Ma oltre ad avere costi di produzione molto bassi si distingue dai suoi competitor per la sua integrazione a valle, per la produzione di energia e per la proprietà di una rete di trasporto ferroviario e navale. In Cina il 60% della produzione di carbone deve essere spostate per una distanza media di circa 700 chilometri. Le infrastrutture sono deficitarie e i costi di trasporto sono una delle principali voci di costo per le aziende del settore. Per questo a vere una rete ferroviaria e navale di proprietà le dà un vantaggio di costo difficilmente eguagliabile dai competitor.
I nostri analisti si aspettano per i prossimi cinque anni una crescita del fatturato ad un ritmo medio del 5% grazie alla progressiva risalita del prezzo del carbone, mentre la risalita dei margini di profitto nel segmento dell’energia contribuirà a mantenere il margine operativo attorno al 25%.
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