Strade, rotaie e ponti. Il piano di spinta dell’economia Usa pensato dal presidente americano Barack Obama viaggia anche sull’ammodernamento delle infrastrutture del paese. Per questo la Casa Bianca nell’ultimo budget presentato al Congresso ha previsto un investimento specifico di oltre 300 miliardi di dollari nel corso di quattro anni.
Dove sono i soldi?
Metà della somma dovrebbe arrivare da una tassa una tantum sulle imprese (un’idea che, peraltro, il Congresso ha ignorato anche quando era stata proposta la prima volta l’anno scorso). Nel documento dell’amministrazione Obama non si fa riferimento a dove verranno trovati gli altri soldi, ma si tratta della stessa cifra che dovrebbe confluire nell’Highway Trust Fund, un fondo del Dipartimento del Tesoro finanziato con delle accise sul prezzo della benzina e del gasolio (un’idea che ha avuto l’ok della Camera di commercio Usa).
Quanto corre la locomotiva?
“Il piano sui trasporti fa parte di un progetto più grande che, secondo gli economisti del presidente dovrebbe portare gli Stati Uniti a registrare la crescita maggiore dal 2005”, spiega una nota di Morningstar. Nel budget 2015 preparato dalla Casa Bianca si parla di un Pil che, quest’anno dovrebbe salire del 3,1% dopo il +1,9% del 2013.
“Va detto che le previsioni dell’amministrazione Obama sono probabilmente troppo ottimistiche”, continua la nota di Morningstar. “La maggior parte degli analisti per il 2014 prevede una crescita che dovrebbe attestarsi intorno al 2,9%. Noi siamo più prudenti e ci aspettiamo un andamento intorno al 2,5%. In ogni caso il piano sui trasporti è interessante. E se dovesse essere implementato davvero, darebbe un impulso importante ai titoli del settore”.
Le scelte operative
Dal punto di vista operativo, secondo gli analisti, il segmento più interessante è quello del trasporto, sia stradale che ferroviario. “In quest’ottica non va sottovalutata l’importanza della nuova rivoluzione energetica che sta interessando gli Stati Uniti. Secondo le previsioni dell’International Energy Agency, gli Stati Uniti nei prossimi cinque-otto anni potrebbero superare l’Arabia Saudita per quando riguarda la produzione di petrolio (grazie soprattutto allo scisto) mentre nel 2035 potrebbero raggiungere l’indipendenza energetica. “Fra i settori che beneficeranno del boom ci sono quello dei trasporti ferroviari e quello delle costruzioni, che vedranno calare considerevolmente le spese legate ad alcune materie prime”, conclude la nota.
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