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Gli emerging fanno lo sgambetto

Le notizie macro negative arrivate dalla Cina condizionano le Borse mondiali. Pesano anche le tensioni in Ucraina. Milano segna -0,25%. Debole il lusso. Salgono le banche. Campari paga un’acquisizione. 

Marco Caprotti 12/03/2014 | 17:39
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Wall Street sta viaggiando con il segno meno dopo un tentativo di rialzo poco dopo l’apertura. Gli elementi con cui hanno a che fare gli operatori sono preoccupanti. In particolare quelli in arrivo dai mercati emergenti: l'economia cinese preoccupa, come riflesso dall'andamento del rame, la lira turca è vulnerabile in vista delle elezioni locali di fine mese e le tensioni tra Ucraina e Russia aumentano con il G7 che ha appena diffuso una nota in cui si ribadisce che è illegale il referendum previsto domenica in Crimea per il suo ritorno sotto il controllo di Mosca. Il tutto accade nel giorno in cui il primo ministro ucraino cerca aiuto nell'Occidente con la sua visita alla Casa Bianca.

Europa negativa
Il nervosismo di New York ha contagiato i listini di Eurolandia che hanno comunque chiuso con il segno meno una giornata segnata dai dubbi sugli emerging.

A Milano, dove l’indice Ftse/Mib ha segnato -0,25%, spiccano le performance delle banche dopo i conti 2013 con Bpm, Ubi Banca e Mps fra i titoli migliori anche grazie a uno spread fra Btp e Bund che si è mantenuto attorno a 180 punti base. In coda al listino, invece, sono finiti i titoli del lusso a causa delle prese di beneficio dopo i rialzi di ieri. Debole Campari dopo i conti 2013 e l’annuncio dell’acquisto della canadese Forty Creek Distillery.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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