Migliora il sentiment di gestori e strategist sui mercati azionari in via di sviluppo. Il dato emerge dall’ultimo sondaggio di Morningstar tra le principali case di investimento che operano in Italia. Nel complesso, l’indice Morningstar Italy Investment Sentiment index (Miisi), costruito sulla base delle probabilità attribuite a diversi scenari (mercati in salita, stabili, o in discesa), mostra che gli intervistati confermano l’ottimismo sulle Borse, in particolare Piazza Affari e gli altri listini europei, nonostante le preoccupazioni per le tensioni politiche in Ucraina. La ripresa economica globale, dicono, dovrebbe favorire l’equity rispetto alle obbligazioni.
Italia, indice sopra i 71 punti
L’indicatore di sentiment su Piazza Affari si attesta a 71,74 punti, in una scala dove 100 indica la massima certezza di rialzo e 0 la massima certezza di ribasso su un orizzonte di sei mesi (vedi sotto per la metodologia). La Borsa italiana continua a fare meglio di quelle europee, con l’indice Ftse Mib che ha guadagnato il 4,76% nell’ultimo mese contro lo 0,52% del DJ Eurostoxx (dati all’11 marzo). Nel quarto trimestre 2013, il Pil (Prodotto interno lordo) è cresciuto dello 0,1% congiunturale, il primo rialzo dal secondo trimestre 2011, segnando l’uscita dalla recessione. Inoltre, gli investitori sono fiduciosi che le riforme prendano nuovo slancio con il governo guidato da Matteo Renzi.
Per quanto riguarda il resto d’Europa, i gestori confermano le previsioni dei mesi scorsi. Il Miisi si attesta a quota 69,89 punti a indicare una maggior probabilità di uno scenario rialzista rispetto a uno ribassista nel prossimo semestre.
Wall Street, occhi puntati sul dollaro
L’indice Miisi su Wall Street mantiene quota 60 punti. Il sentiment è positivo, ma meno di altri mercati sia sviluppati che emergenti. Gli investitori sono ottimisti sull’andamento congiunturale, ma mostrano qualche preoccupazione per gli effetti che il rafforzamento del dollaro potrebbe avere sui bilanci aziendali.
Tokyo ringrazia lo yen
A marzo, aumenta la fiducia sulla Borsa Tokyo. L’indice di sentiment supera i 64 punti dai 62,23 di febbraio. Gli investitori sono convinti che le aziende possano beneficiare della debolezza dello yen, in un paese caratterizzato da un forte orientamento alle esportazioni. Inoltre, come ampiamente previsto, la Banca centrale ha confermato il piano di stimoli all’economia e ha lasciato i tassi di interesse invariati, nella speranza che queste misure servano a fare uscire il paese dalla deflazione.
Emergenti a sconto
L’aumento della fiducia sui mercati azionari emergenti rappresenta la principale novità di questo mese. L’indice di sentiment è passato da 55,45 punti di febbraio a 60,91 a significare che crescono le probabilità attribuite a un apprezzamento dei listini nei prossimi mesi. Le aree in via di sviluppo hanno registrato performance negative dall’inizio dell’anno (-5% l’Msci Em), in controtendenza rispetto alle Borse mondiali. Come si legge in una nota di Matthew Vaight, gestore del fondo M&G global emerging market, “L'azionario emergente quota a sconto di circa il 30% rispetto a quello dei mercati avanzati, in termini di prezzo/valore contabile: è lo scarto più significativo dal 2005. Analizzando i dati dal 1996, le valutazioni attuali risultano vicine al punto di svolta minimo”. Tra i gestori, tuttavia, i pareri non sono concordi e c’è chi ritiene che sia ancora troppo presto per tornare in queste aree, considerate le prospettive congiunturali e degli utili aziendali.
Btp tra i preferiti
L’indice Miisi sul mercato obbligazionario mostra uno scenario moderatamente pessimista per quanto riguarda i titoli di stato tedeschi e statunitensi. Resta sostanzialmente invariato, invece, il giudizio sui Btp italiani. Lo spread sta tornando verso livelli “normali” e i governativi del Belpaese sono nella lista dei preferiti di molti investitori internazionali. L’indicatore di sentiment si attesta a 54,88 punti, un po’ sopra la posizione di neutralità.
Per quanto riguarda il debito emergente, il Miisi scende leggermente da 47 a 46,32 punti. La preferenza va alle emissioni in valuta forte (dollaro o euro), mentre quelle in divise locali continuano a soffrire i deflussi di capitali esteri.
Euro, sentiment ancora negativo
Le previsioni sul rapporto di cambio tra euro e dollaro giocano ancora a favore del biglietto verde. L’indice di sentiment segna quota 37,13 punti: lo scenario più probabile, dunque, è quello di un indebolimento della divisa comunitaria. Secondo alcuni gestori, quest’ultima rimane sopravvalutata e sono necessari altri interventi di espansione monetaria da parte della Banca centrale europea.
Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra il 3 e il 10 marzo, 23 gestori e strategist delle principali case di gestione e intermediazione operanti sul territorio. I partecipanti appartengono alle seguenti società: Albemarle asset management, Banca Albertini Syz & Co, Carmignac Gestion, East Capital, Ersel, Eurizon Capital, FIA AM, Financière de l’Echiquier, Investitori Sgr, La Française des Placements, Lemanik AM, M&G Investments, MoneyFarm Sim, Nemesis, Petercam Institutional AM, Pioneer Investments, Sella Gestioni Sgr, Swiss&Global AM Sgr, Threadneedle Investments, Union Bancaire Privée, VG asset management.
Morningstar Italy Investment Sentiment Index (MIISI)
Il Morningstar Italy Investment Sentiment Index (MIISI) è un indice di sentiment elaborato dal team locale di analisti di Morningstar. È basato su un questionario inviato ogni mese alle principali case di gestione e intermediazione italiane ed estere alle quali viene chiesta una previsione a sei mesi sui principali mercati azionari, obbligazionari e valutari. In particolare, gli intervistati devono esprimere il loro livello di confidenza rispetto a tre scenari di mercato (in crescita, stabile e in discesa). I risultati vengono aggregati al fine della costituzione dell’indice. I segmenti sono dieci: mercati azionari europei, italiano, statunitense, giapponese e emergenti; titoli di stato decennali tedesco, statunitense, italiano e debito emergenti; cambio euro/dollaro. Per ciascun segmento il valore massimo è 100 (certezza della crescita del mercato) e il valore minimo è 0 (certezza del ribasso). La base è 50, che indica una posizione neutrale o di mercato stabile.
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