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Le Borse trattengono il fiato

New York nervosa in attesa del referendum sul futuro della Crimea. I dati macro americani deludono. L’Europa chiude in maniera contrastata una giornata volatile. Milano segna –1,2%. Giù le banche e A2a. 

Marco Caprotti 14/03/2014 | 17:42
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Wall Street sta viaggiando contrastata. Gli operatori preferiscono la prudenza a causa dell’avvicinarsi del referendum in Crimea di domenica, volto a determinare se la penisola, parte dell’Ucraina, passerà o meno sotto il controllo della Russia.

Dal fronte macro, da segnalare che l’indice sulla fiducia dei consumatori, calcolato dall’Università del Michigan, è calato a sorpresa in marzo, a 79,9 punti dagli 81,6 di febbraio. Gli analisti si attendevano un miglioramento a quota 81,9 punti. I prezzi alla produzione sono calati in febbraio dello 0,1%, mentre la componente core (cioè al netto di prodotti alimentari ed energetici) è scesa dello 0,2%.

Europa positiva
Nel Vecchio continente è stata un’altra seduta difficile per i listini di Eurolandia. All’incertezza sulla situazione in Ucraina, si sono sommati i dati deludenti arrivati dalla Cina che, dicono gli operatori, potrebbero rendere difficile alla prima economia emergente mondiale il raggiungimento degli obiettivi di crescita previsti.

A Milano, dove l’indice Ftse/Mib ha segnato -1,2%, dopo una parte di seduta con il segno più i bancari hanno cambiato rotta chiudendo in rosso. Su Mps, in particolare, si è concentrata l’attenzione del mercato a causa di alcune voci che davano per imminente la cessione di una quota di Rocca Salimbeni in mano alla Fondazione dell’istituto senese. Male anche A2a nel giorno della pubblicazione dei conti 2013, mentre hanno guadagnato terreno Pirelli e Saipem. 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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