C’è più di un motivo per guardare con attenzione al titolo Tourmaline (TOU). Il primo fra questi è la sua quotazione. Al momento, infatti, le azioni della compagnia energetica canadese sono scambiate su livelli più bassi del 20% rispetto al nostro prezzo obiettivo che è di 63 dollari canadesi. TOU è nata solo recentemente, nel 2008, ma una volta lasciati i blocchi di partenza è cresciuta in modo aggressivo mettendosi alle spalle molti competitor più longevi di lei. Grazie ai suoi 7mila siti estrattivi, ognuno di essi con una vita residua di oltre vent’anni,
Crescita a debito zero
Tourmaline, diversamente da altre aziende concorrenti, non ha significativi vincoli alla produzione e questo promette di regalarle elevati rendimenti del capitale e cospicui flussi di cassa non appena il prezzo del gas naturale tornerà a salire con decisione. “Il merito del management della società canadese è stato quello di aver scelto di non finanziare l’espansione dell’offerta attraverso l’indebitamento”, dice Robert Bellinski analista azionario di Morningstar. “In questo modo il bilancio è rimasto in ordine e il valore per gli azionisti è rimasto inalterato grazie all’elevato rendimento del capitale prodotto dagli investimenti”.
Nel mirino delle grandi
L’ultimo motivo, ma non per importanza, è relativo alla possibilità di essere oggetto di un’acquisizione. Tourmaline, infatti, presenta tutte le caratteristiche desiderate dai grandi gruppi energetici: ha una dimensione di capitale limitata, quindi un prezzo abbordabile, può garantire un significativo contributo alla produzione di gas naturale e, cosa più importante, è molto profittevole. Al momento questo non rientra nei piani dell’azienda canadese ma, nel caso in cui arrivasse un’offerta irrinunciabile, gli azionisti vedrebbero salire in maniera significativa il valore dei loro titoli.
Le previsioni degli analisti
I nostri analisti si aspettano che il gruppo canadese continui a macinare elevati tassi di crescita del fatturato e a mantenere una forte profittabilità grazie al progressivo miglioramento del prezzo della materia prima da qui al 2018 e dagli elevati ritmi di produzione, con volumi in forte salita (+64%, +31% e +21% rispettivamente nel 2014, 2015 e 2016). L’unica nota negativa è la mancata distribuzione del dividendo.
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