A sconto con lo scisto

Lo shale gas continua a promettere l’indipendenza energetica agli Usa. Se manterrà la parola, dicono gli operatori, allora i titoli che operano in questo settore vedranno crescere le valutazioni. 

Marco Caprotti 25/03/2014 | 15:19
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Meglio tenere sotto la lente i titoli energetici americani. L’espansione dei giacimenti domestici di gas, unito alla ripresa economica Usa (che ne farà aumentare la domanda), dicono gli analisti di Morningstar, rischiano di far apparire sottovalutate le quotazioni di alcune aziende. Soprattutto quelle che lavorano nello shale gas.

La rivoluzione più importante che sta attraversando il comparto energy americano è quella del cosiddetto gas di scisto. Si tratta di una materia prima naturale non convenzionale estratta dai giacimenti rocciosi, che devono essere penetrati e poi essere fatti “esplodere” attraverso una tecnica chiamata fracking, già nel mirino degli ambientalisti. La produzione di shale gas, da quasi nulla nel 2000, è oggi pari a 220 miliardi di metri cubi, equivalenti alla produzione della Nigeria. Questo nuovo settore è estremamente complesso: estrarre gas e petrolio (il cosiddetto shale oil, Ndr) in questa maniera è difficile e inoltre esistono enormi differenze di produttività e di costi anche all’interno dello stesso giacimento.

La forza dello shale
“Lo scisto è stato l’elemento principale della crescita nella produzione domestica di gas negli ultimi anni”, spiega Mark Hanson, strategist del segmento energy di Morningstar. “Dal 2007 al 2013 ha permesso di aumentare la produzione di un quarto. Fino al 2015 l’estrazione dovrebbe aumentare di un altro 4%, grazie soprattutto ai giacimenti della zona di Marcellus (un’area dei monti Appalachi, Ndr) e di Eagle Ford (nel sud del Texas, Ndr)”.

Secondo le rilevazioni dei geologi di alcune Università americane, il sito di Marcellus  - da solo - sarebbe in grado di provvedere all’intero fabbisogno energetico degli Stati Uniti per almeno due anni. “Nei prossimi anni la domanda dovrebbe tenere il ritmo con l’offerta di gas”, continua lo strategist. “Questo dovrebbe consentire una normalizzazione dei prezzi che porterà benefici anche ai bilanci delle aziende che lavorano in questo settore.

Le scelte operative
I nomi da tenere sotto osservazione sono diversi. Ci sono Ultra Petroleum Tourmaline e Energy Transfer Partners. Fra chi fornisce servizi a questo settore, gli analisti di Morningstar apprezzano Hulliburton e Schlumberger. Un occhio di riguardo merita anche il segmento delle utility. “Se il prezzo del gas naturale si alza, allora queste società potranno aumentare le tariffe”, dice Hanson. “Fra le aziende che possono trarre i vantaggi maggiori ci sono Exelon, Calpine e FirstEnergy”. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Exelon Corp38,12 USD-0,05Rating
FirstEnergy Corp40,83 USD-0,95Rating
Halliburton Co30,11 USD-0,26Rating
Tourmaline Oil Corp64,00 CAD1,11

Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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