Il recente selloff di Borsa rende a buon diritto il titolo Kingsgate una delle migliori buy opportunity nel settore minerario. Negli ultimi 12 mesi il titolo della compagnia australiana ha perso oltre il 70%, danneggiato dalle incertezze legate alla sua futura produzione, all’andamento del prezzo dei metalli preziosi e alla sua profittabilità, ma a nostro avviso il mercato sta scontando un rischio eccessivo.
Timori eccessivi
All’interno del settore minerario le aziende possono costruirsi una posizione di vantaggio rispetto ai competitor se riescono a mantenere margini di profitto più alti rispetto alla media. E questo è possibile solo se si riescono ad abbattere le spese operative. Il gruppo australiano è stato per anni uno dei produttori più efficienti del settore grazie ai bassi costi di estrazione e alla ricchezza delle sue miniere d’oro a sud del paese e in Tailandia. Ma con il passare degli anni e del livello di avanzamento dello sfruttamento dei siti il peso dei costi di estrazione si è fatto sempre più importante.
“Il rischio maggiore per Kingsgate è che il forte investimento nello sfruttamento del suo sito in Australia non si traduca in un guadagno di produttività e che il capitale speso per l’acquisto miniere di argento in Cile non generi un rendimento soddisfacente, anche alla luce della scarsa attività estrattiva dovuta al basso prezzo di mercato delle materie prime”, dice Mark Taylor analista azionario di Morningstar. “Dalla reazione del mercato, però, sembra che gli investitori stiano sovrastimando l’eventualità di un esito sfavorevole”.
Oro a quota 1.100
I nostri analisti stimano per il titolo Kingsgate un prezzo obiettivo di 4,20 dollari australiani che tiene conto delle previsioni di lungo periodo del prezzo dell’ora, pari a 1.100 dollari all’oncia, e della recente operazione di aumento di capitale varata dal management e che ha arricchito la cassa della società di circa 40 milioni di dollari australiani. L’80% del suo valore è rappresentato dalle sue attività legate all’oro, mentre il restante 20% dall’esposizione al mercato dell’argento.
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