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Borse sempre più in alto

Giornata da record per i listini mondiali. Il miglioramento dell’occupazione americana fa salire l’S&P ai massimi storici, mentre il Ftse Mib ha chiuso a +0,8% superando i 22mila punti. In rialzo anche Eurolandia. 

Francesco Lavecchia 04/04/2014 | 17:49
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Partenza da record per Wall Street, grazie agli ultimi dati sull’occupazione americana. Il Dow Jones ha raggiunto il livello più alto da dicembre scorso, mentre l’S&P ha fatto segnare un nuovo massimo storico. Il numero dei posti di lavoro creati a gennaio e febbraio è stato rivisto al rialzo e anche la popolazione attiva è salita. Questo è un fatto positivo, poiché contribuisce ad aumentare la fiducia degli analisti nella ripresa della prima economia al mondo, ma il miglioramento non è tale da ipotizzare un ripensamento della Federal Reserve sulla politica monetaria.

Ottimismo in Europa
Le Borse europee hanno chiuso in rialzo, mettendo a segno la nona seduta consecutiva positiva. Il clima tra gli operatori è dei migliori. Ieri il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, ha annunciato la possibilità di un intervento sul mercato secondario del debito attraverso un’operazione di Quantitative easing sullo stile della Federal Reserve.

Oggi gli ultimi aggiornamenti sull’occupazione statunitense hanno dimostrato come l’iniezione di liquidità della Fed sia stata fondamentale per rimettere in piedi la prima economia mondiale. La possibilità che la Bce adotti strumenti straordinari di politica monetaria fa ben sperare che queste azioni possano portare a un miglioramento della congiuntura anche nel Vecchio continente.

Spread ai minimi
A Piazza Affari il Ftse Mib ha chiuso a +0,8% superando ancora una volta il tetto dei 22mila punti. In grande spolvero gli industriali, con Buzzi Unicem e Pirelli che hanno guadagnato oltre il 4% (quest’ultima sulla spinta dell’innalzamento del prezzo obiettivo da parte degli analisti di Deutsche Bank). Tra i finanziari bene Ubi Banca, mentre cedono il passo Banca Pop Emilia Romagna e Banco Popolare. Sul fronte del debito sovrano, buone notizie per lo spread italiano che si riporta ai minimi dal 2011 attorno ai 160 punti base. In calo anche l’euro torna sotto 1,37 nei confronti del dollaro. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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