Si raffredda il sentiment dei gestori sui mercati europei, fatta eccezione per l’Italia, e sulla Borsa di Tokyo. E’ questa la principale novità dell’ultimo sondaggio condotto da Morningstar, nella prima settimana di aprile, tra le principali case di investimento che operano in Italia. Nel complesso, l’indice Morningstar Italy Investment Sentiment index (Miisi), costruito sulla base delle probabilità attribuite a diversi scenari (mercati in salita, stabili o in discesa) mostra che permane un atteggiamento favorevole all’azionario, in un contesto di crescita economica (seppur debole) e bassa inflazione.
Italia fuori dal coro
L’indicatore di sentiment su Piazza Affari si attesta a 71,68 punti, in una scala dove 100 indica la massima certezza di rialzo e 0 la massima certezza di ribasso su un orizzonte di sei mesi (vedi sotto per la metodologia). Il dato è in linea con quello di marzo ed è superiore al punteggio ottenuto dalle Borse europee, in una fase in cui l’indice milanese, Ftse Mib fa meglio dell’Eurostoxx 50. L’ottimismo è dettato da un miglioramento nella situazione economica, dopo il lungo periodo di recessione, e dalla promessa di riforme più rapide da parte del nuovo presidente del consiglio, Matteo Renzi.
Qualche nube sull’Europa
Ad aprile, i gestori mostrano un minor ottimismo sulle Borse del Vecchio continente rispetto al primo trimestre del 2014. L’indice Miisi si attesta a 67,28, rimanendo comunque ampiamente nell’area del “toro”. Sono diversi i motivi di preoccupazione, a livello sia congiunturale sia geopolitico. Inoltre, le valutazioni dei titoli non sono più a sconto come l’anno scorso e la forza dell’euro non aiuta le esportazioni.
Wall Street troppo cara
L’indice Miisi su Wall Street scende a 56,42 punti dai 60 di marzo. Per i gestori, i titoli azionari sono sopravvalutati, giudizio che trova concordi anche gli analisti di Morningstar. Inoltre, gli operatori ragionano su quale sarà l’impatto della normalizzazione della politica monetaria sull’economia e aumenta il numero di chi prevede un rialzo dei tassi nella prima parte del 2015.
Tokyo non convince
Il sentiment sul Giappone continua a oscillare sopra i 61 punti. Aprile segna un raffreddamento della posizione dei gestori rispetto a marzo, dopo un primo trimestre deludente da parte della Borsa di Tokyo. Restano le incognite sulla situazione macro-economica a causa dei timori sull’efficacia della politica di riforme nota come Abenomics, dal nome del Primo ministro, Shinzo Abe.
Emergenti, valutazioni attraenti
Si rafforza la convinzione che i mercati emergenti siano a sconto. L’indice Miisi è salito a 63,58 punti ad aprile, contro i 55 di gennaio. Ciò significa che aumentano le probabilità di un apprezzamento di questi listini nei prossimi sei mesi. I gestori si muovono comunque con prudenza, preoccupati per la situazione esplosiva del credito in Cina, che potrebbe avere ripercussioni forti sul sistema finanziario del paese e alimentare la fuga degli investitori.
Ritorno sui bond emergenti
Ad aprile non è cambiata la previsione per i titoli governativi americani e tedeschi, con uno scenario improntato al pessimismo. In generale, nel reddito fisso, in assenza di ulteriori interventi da parte delle banche centrali, il principale driver dei rendimenti è rappresentato dalle previsioni sull’andamento dell’inflazione. Se si consoliderà il ciclo espansivo nei mercati sviluppati, è possibile che ci sarà un innalzamento degli yield.
E’ mutato, invece, il sentiment nei confronti dei Btp italiani, passando a una posizione di neutralità. Il recente rally ha ridotto le potenzialità di apprezzamento. Opposto il movimento del debito emergente, per il quale l’indice Miisi mostra lo spostamento verso uno scenario più favorevole. Da gennaio, ha guadagnato circa 10 punti, attestandosi a 54,23. Secondo alcuni analisti, la ragione è da ricercare nelle valutazioni: il Btp non è più a sconto, dopo aver ricevuto forti flussi di capitale nei mesi scorsi, mentre le obbligazioni delle aree in via di sviluppo sono a buon mercato.
Euro troppo forte
Per i gestori, l’euro continua a essere troppo forte nei confronti del dollaro, se confrontato con i fondamentali economici del Vecchio continente. Inoltre, è destinato a indebolirsi se la Banca centrale europea annuncerà nuove misure di espansione monetaria. Il sentiment, dunque, è negativo, con l’indice Miisi che passa da 37,13 a 34,69 punti.
Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra l’1 e l’8 aprile, 29 gestori e strategist delle principali case di gestione e intermediazione operanti sul territorio. I partecipanti appartengono alle seguenti società: AcomeA, Albemarle asset management, Aletti Gestielle, Allianz Global Investors, Bnp Paribas Investment partners, Carmignac Gestion, East Capital, Ersel AM, Ethenea, Eurizon Capital, FDE, FIA AM, FXCM, Invest Banca, Investitori Sgr, La Française des Placements, Lemanik AM, M&G Investments, MoneyFarm Sim, Nemesis, Petercam Institutional AM, Pioneer Investments, Swiss&Global AM Sgr, Syz AM, Threadneedle Investments, Union Bancaire Privée, VG asset management.
Morningstar Italy Investment Sentiment Index (MIISI)
Il Morningstar Italy Investment Sentiment Index (MIISI) è un indice di sentiment elaborato dal team locale di analisti di Morningstar. È basato su un questionario inviato ogni mese alle principali case di gestione e intermediazione italiane ed estere alle quali viene chiesta una previsione a sei mesi sui principali mercati azionari, obbligazionari e valutari. In particolare, gli intervistati devono esprimere il loro livello di confidenza rispetto a tre scenari di mercato (in crescita, stabile e in discesa). I risultati vengono aggregati al fine della costituzione dell’indice. I segmenti sono dieci: mercati azionari europei, italiano, statunitense, giapponese e emergenti; titoli di stato decennali tedesco, statunitense, italiano e debito emergenti; cambio euro/dollaro. Per ciascun segmento il valore massimo è 100 (certezza della crescita del mercato) e il valore minimo è 0 (certezza del ribasso). La base è 50, che indica una posizione neutrale o di mercato stabile.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.