Russia-Ucraina, vince chi ha pazienza

Un'escalation della crisi fra i due paesi, dicono gli analisti, rischia di riportare l'economia globale in recessione. Le cose si complicheranno in caso di conflitto. Ma la Borsa di Mosca non va abbandonata. Ecco gli scenari più probabili per le azioni. 

Marco Caprotti 24/04/2014 | 12:09
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Certo è una questione politica. Forse potrebbe diventare militare. Ed è possibile che diventi un’emergenza umanitaria. Di sicuro, però, la crisi nei rapporti fra Ucraina e Russia è un problema per gli investitori che devono fare i conti con picchi di volatilità e con scelte impreviste per quanto riguarda l’asset allocation. Decisioni che dovranno variare a seconda degli sviluppi che la questione prenderà.  

Il quadro politico
Ricordando il precedente della guerra del 2008 contro la Georgia, il Ministro degli esteri russo Sergej Lavrov ha evocato chiaramente l’eventualità di un intervento militare da parte di Mosca. Rilasciate alla televisione Russia Today, le dichiarazioni di Lavrov hanno seguito di poche ore l’annuncio da parte di Kiev del ripristino delle operazioni contro i separatisti nell’est dell’Ucraina. La concomitanza di questa decisione con la visita del numero due della Casa Bianca, Joe Biden, ha peraltro indotto il capo della diplomazia russa a ravvedere una regia statunitense. “Non c‘è ragione di credere che a tenere i fili dello spettacolo non siano direttamente gli americani”, ha spiegato.

Gli Stati Uniti intanto, ha detto Biden, assisteranno l’Ucraina nello sviluppo della sua economia. La cooperazione riguarderà anche il settore energetico, per rendere il paese indipendente dalle forniture di gas russo. “L’Ucraina è e deve rimanere un paese unito, da Leopoli a Kharkiv fino al Mar Nero. Un unico paese”, ha detto Biden. “Noi non riconosceremo mai l’illegale occupazione russa della Crimea e non lo farà nemmeno il mondo”.

Washington, tra l’altro, sosterrà Kiev anche nello svolgimento delle elezioni del 25 maggio, che Biden ha definito “le più importanti della storia del paese.”  I sondaggi, intanto, danno per probabile vincitore Petro Porochenko, l’unico oligarca che ha sostenuto la rivolta di Maidan. Il re del cioccolato (come viene chiamato per le sue attività imprenditoriali) è avvantaggiato dalla rinuncia a suo favore di Vitali Klitschko. Poroshenko è dato al 48,4%, appena sotto la soglia che gli permetterebbe di vincere già al primo turno. In un possibile secondo turno, il 15 giugno, gli ucraini potrebbero dover scegliere tra lui e Yulia Tymoshenko, l’ex premier rilasciata dal carcere dopo la rivolta filoeuropea. E’ data al 14%. Tra i 23 candidati c‘è anche l’ex vicepremier Serhiy Tihipko, espulso dal Partito delle regioni che ha schierato l’ex governatore di Kharkiv, Mykhailo Dobkin.

Il problema principale in questa situazione è quello di un’escalation”, spiega Patricia Oey, analista di Morningstar. “Se la situazione dovesse peggiorare, anche in termini di sanzioni alla Russia, allora l’economia globale potrebbe tornare in recessione a causa soprattutto delle forniture e dei prezzi dell’energia”.

Non lasciare la Russia
Dal punto di vista dell’operatività in Borsa, la situazione complica la vita degli investitori. “Da anni il mercato russo sta facendo peggio degli altri emergenti e dei paesi sviluppati”, continua l’analista. “Per questo molti operatori si aspettavano che la Borsa di Mosca stesse diventando interessante per chi è a caccia di buone valutazioni. La situazione di incertezza che si sta creando sta però mischiando nuovamente le carte”. Questo non significa che bisogna abbandonare del tutto gli asset russi. “Le valutazioni dei titoli del Micex (l’indice di riferimento della Borsa moscovita) sono a sconto e probabilmente in futuro si abbasseranno ancora”, dice Oey. “Il paese, però, è interessante per gli investitori di lungo periodo grazie alle riforme che sta portando avanti soprattutto per quanto riguarda la governance delle aziende. Questo, quindi, potrebbe essere un buon momento per avere una posizione o incrementare l’esposizione. Di sicuro, però, nel breve e medio termine bisognerà essere pronti a sopportare un po’ di volatilità”.

E se scoppia la guerra?
Tutto questo vale se la situazione non sfocia in una guerra. Ma cosa succederebbe ai mercati se la crisi fra Ucraina e Russia dovesse arrivare sui campi di battaglia?  “L’unico sistema per capire qualcosa e studiare cosa è successo nei conflitti precedenti”, spiega uno studio della società di consulenza Research Affiliates che ha analizzato le reazioni dei mercati durante sei conflitti recenti: il comportamento dei mercati Usa allo scoppio della Guerra del Golfo del 1990 e dopo il coinvolgimento della Nato nella guerra in Bosnia nel 1994; la risposta del mercato indiano all’inizio degli scontri fra India e Pakistan nel 1999; l’andamento della Borsa di Mosca allo scoppio della Seconda guerra cecena (sempre nel ’99); i movimenti del mercato thailandese quando sono iniziati gli scontri al confine con la Cambogia nel 2008; l’andamento del mercato russo nella guerra con la Georgia di cinque anni fa.

“In generale i mercati che abbiamo studiato sono saliti nei sei mesi di agitazione che hanno preceduto l’inizio delle campagne militari”, dice il report. “Le Borse sono poi crollate nei due-tre mesi seguenti all’inizio dei conflitti. Mediamente i prezzi dei titoli sono rimasti depressi per circa sei mesi per poi recuperare tutto il terreno perso nel giro di otto mesi dall’inizio delle ostilità”. 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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