Gli Etc rialzano la testa

Il primo trimestre segna il ritorno a una raccolta positiva per i replicanti di materie prime, dopo i riscatti del 2013. Balzo dell’argento e torna in auge l’oro. Prese di profitto sul caffè.

Valerio Baselli 28/04/2014 | 11:26
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Il primo trimestre dell’anno ha visto il ritorno delle commodity al centro degli interessi degli investitori, con il loro prezzo, misurato dal DJ-UBS Commodity Index, salito del 7% da inizio gennaio a fine marzo. Secondo le statistiche di Etf Securities, a livello globale gli Etc (Exchange traded commodity) hanno registrato nel periodo afflussi netti pari a 271 milioni di dollari, dopo quattro trimestri consecutivi di riscatti. Inoltre, il patrimonio complessivo investito in replicanti sulle materie prime è aumentato a 122,4 miliardi dai 122,1 della fine dello scorso anno.

Argento protagonista
Gli Etc sull’argento sono quelli che hanno vissuto i maggiori afflussi, con 354 milioni di dollari di acquisti netti. L’argento è stato una delle poche commodity a registrare flussi positivi in ogni mese del primo trimestre. Secondo il report, gli investitori vedono l’attuale prezzo dell’argento intorno ai 20 dollari all’oncia come una buona soglia di ingresso (un valore pari a meno della metà del picco del 2011). Inoltre, l’argento viene spesso visto come una versione beta dell’oro, quindi le migliori prospettive di quest’ultimo stanno spingendo le quotazioni.

Torna l’interesse per l’oro
I replicanti auriferi, invece, hanno visto un ritorno di fiamma sulla scia della maggiore percezione del rischio globale. Gli Etc sull’oro, infatti, hanno visto gli afflussi più alti a febbraio e marzo, rispettivamente di 322 e 536 milioni di dollari. Pesano però i forti deflussi di gennaio (946 milioni). Questo cambio di rotta è dovuto a una serie di fattori. Il primo è una minore fiducia sulla prospettiva di crescita degli Stati Uniti, dopo il rilascio di dati economici più deboli del previsto. Il secondo è la revisione al rialzo della valutazione del rischio globale, a seguito delle turbolenze finanziarie e politiche in alcuni paesi emergenti. Infine, le tensioni tra Ucraina e Russia e le preoccupazioni per un più ampio conflitto, hanno portato gli investitori a guardare all’oro come a una assicurazione contro ulteriore sorprese negative, sia economiche che politiche.

Dopo argento e oro, sono stati gli strumenti dedicati a panieri diversificati di materie prime a essere i più ricercati.Questi hanno visto 324 e 186 milioni di dollari in entrata a febbraio e marzo. Gli afflussi sono stati però mascherati nei dati trimestrali dai 683 milioni di deflussi di gennaio. Con molti prezzi delle commodity che alla fine del 2013 erano parecchio al di sotto dei picchi registrati tre anni fa e con le valutazioni del mercato azionario sotto pressione, sembra che un certo numero di investitori sia ritornato alle materie prime negli ultimi due mesi.

Anche gli Etc agricoli registrano un aumento di interesse da parte degli investitori nel primo trimestre del 2014, con afflussi per 217 milioni di dollari. La raccolta maggiore (182 milioni di dollari) si è vista nei prodotti broad diversificati sull’agricoltura, indicando che il maggior numero di acquisti è stato fatto da allocazioni desiderose di ottenere un’esposizione ampia sul settore piuttosto che singole scommesse tattiche sulle commodity.

Il caffè si beve i profitti
Gli Etc sul caffè hanno invece registrato deflussi perchè all’aumentare del prezzo dell’arabica gli investitori hanno preso profitto. A seguito degli afflussi record sui replicanti dedicati caffè nel 2013, anno in cui il caffè arabica è sceso quasi al minimo in sette anni, gli investitori hanno venduto 264 milioni di dollari di Etc lunghi sul caffè a febbraio e marzo a causa di un aumento dei prezzi del 70%.

Stesso discorso per i prodotti legati al natural gas, che gli investitori hanno venduto a causa dell’aumento del prezzo dell’Henry Hub (il valore di riferimento della materia prima) dovuto al clima rigido negli Stati Uniti. Dopo aver visto afflussi per la maggior parte del secondo semestre del 2013 (quando il prezzo spot si aggirava attorno ai 3,5 dollari) non appena il valore è salito fino ai 7,98 dollari di marzo 2014, gli investitori hanno preso profitto, facendo registrare 218 milioni di dollari di deflussi nel solo mese di marzo. 

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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