Wall Street, dopo una partenza in moderato rialzo, è diventata volatile. Non incide tanto il dato sulla produttività americana, in calo nel primo trimestre e al di sotto delle previsioni, quanto l’intervento del presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, davanti al Congresso. L’economia americana, ha spiegato, ha conosciuto una battuta d'arresto nel primo trimestre (il Pil è cresciuto dello 0,1%, il passo più lento dal quarto trimestre 2012), ma il rallentamento è riconducibile a fattori temporanei, come l’ondata di maltempo che ha colpito gli Stati Uniti a inizio 2014.
Il mercato del lavoro, ha aggiunto, sta migliorando, ma non è ancora a livelli soddisfacenti e permangono i rischi collegati a un'inflazione troppo bassa, per questo la Fed continua a garantire il proprio supporto all’economia. L’attuale target sui tassi di interesse resterà ai livelli attuali “per un periodo considerevole dopo la fine del programma di acquisto di asset”, specialmente se l’inflazione resterà al di sotto del target del 2%.
Europa nervosa
Nel Vecchio continente, terza giornata di alti e bassi per le Borse europee, preoccupate per la situazione in Ucraina, per alcuni dati macro e, comunque, appese alle dichiarazioni di Yellen. Gli ordinativi alle fabbriche tedesche a marzo sono inaspettatamente calati del 2,8%. In Francia, inoltre, il mese scorso la produzione industriale ha registrato un ribasso dello 0,7%, nonostante la produzione manifatturiera sia migliorata. L’indice Ifo del clima economico nella zona euro, però, è salito, raggiungendo il livello più alto dalla fine del 2007.
A Milano, dove l’indice Ftse/Mib ha segnato -1,3%, gli occhi sono rimasti puntati su Fiat, dopo la presentazione del piano industriale e dei conti del primo trimestre, archiviati con una perdita di 319 milioni, che hanno innescato un’ondata di vendite. Male le banche.
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