Nonostante le fiammate, Piazza Affari si sta attardando rispetto alle Borse di altri paesi europei. Un rallentamento che potrebbe attirare l’attenzione di quegli investitori internazionali con abbondante liquidità (per effetto delle politiche monetarie espansive), ma pochi posti dove piazzarla ricevendone un’adeguata remunerazione.
Nell’ultimo mese l’indice Msci relativo al Belpaese ha segnato -0,72%, contro il +1,10% segnato dal paniere francese e il +1,21% di quello iberico. Certo, da inizio anno, Milano si è comportata meglio degli altri (+13,9%), ma Parigi (+5,1%) e Madrid (+8%) hanno performance più costanti nel tempo.
Questa asimmetria crea delle opportunità soprattutto in un posto come Palazzo Mezzanotte dove interi segmenti sono quotati a buon mercato. Le banche tricolori, ad esempio, secondo uno studio di Royal Bank of Scotland, valgono 0,67 volte il book value contro le 1,15 volte di quelle iberiche.
Arriva la carica?
Ma la carica degli investitori internazionali è imminente? Dipende. I flussi di denaro che arrivano a Piazza Affari sono in gran parte frutto di speculazione: a Milano (e anche su altre piazze europee, per la verità) arrivano i soldi che gli investitori hanno tolto dai paesi emergenti perché sperano che la Penisola e le sue aziende quotate siano in grado di rilanciarsi. Una ripresa che dipenderà anche dal quadro macroeconomico che il Belpaese saprà costruire. Intanto L’Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica (conosciuta anche con l’acronimo inglese Ocse) ha tagliato le stime di crescita per la Penisola, portandole allo 0,5% per quest’anno (dallo 0,6% del novembre scorso). Più consistente il taglio per il 2015 all’1,1% dal precedente 1,4%. Per fare dei confronti, le nuove stime della Commissione Ue sono di +0,6% quest’anno e +1,2% nel 2015, mentre per il Governo Renzi la crescita sarà dello 0,8% e dell’1,3% rispettivamente.
Come si legge nel documento Ocse, la “lenta ripresa” del paese dalla recessione continuerà nel 2014 e ci sarà “un qualche ulteriore miglioramento nel 2015”. L’Italia sarà di nuovo fra le ultime nell’Eurozona a livello di vivacità congiunturale, sorpassata dai paesi sotto programma di aiuti come Portogallo (+1,1% nel 2014 e +1,4% nel 2014), Grecia (-0,3%, ma +1,9% l’anno prossimo) e Irlanda (+1,9% e +2,2%). Ma anche da Spagna (+1% e +1,5%) e Francia (+0,9% e +1,5%).
Secondo l’Organizzazione, in Italia i miglioramenti a livello di fiducia aiuteranno i consumi privati (+0,1% nel 2014 e +0,6% nel 2015) e gli investimenti (+1% e +2,6%) e “un qualche ulteriore sostegno dovrebbe derivare dai modesti tagli alle tasse che andranno a vantaggio dei redditi disponibili alle famiglie”, previsti in aumento dello 0,9% quest’anno e dell’1,5% il prossimo. Il tasso di disoccupazione è stimato in crescita anche quest’anno a un picco del 12,8%, una progressione che dura ormai dal 2011.
I pericoli
Il rischio principale per l’outlook, conclude il documento, è quello di possibili debolezze del sistema bancario che limitino il flusso di credito e interrompano il normale ciclo di investimenti, mentre il risultato potrebbe essere migliore se il piano di rimborsi dei debiti della pubblica amministrazione dovesse avere un impatto sul ciclo economico maggiore del previsto.
Non mancano pericoli da fuori. Qualunque shock esterno potrebbe far tornare l’avversione per il rischio, riportando Piazza Affari sulle montagne russe. Le spallate possono arrivare da qualunque parte del mondo: dal Giappone (dove il piano di rilancio chiamato Abenomics non dà i risultati sperati) o dai paesi emergenti (che in questo momento godono di scarsa fiducia da parte degli investitori internazionali). O, più in generale, da una crescita economica globale inferiore alle attese.
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