Seduta negativa per i listini asiatici. In Cina i crediti insoluti delle banche sono saliti nell’ultimo trimestre ai massimi dal 2005, a dimostrazione che il rallentamento dell’economia del Dragone sta colpendo le piccole imprese del paese. Continuano a pesare le speculazioni circa l’effetto distorsivo che le nuove Ipo potranno avere sui listini della regione.
A Shanghai l’indice Composite ha chiuso attorno alla parità, mentre l’Hang Seng di Honk Kong ha ceduto lo 0,30%. Tokyo ha chiuso a -1,41% a causa del significativo rafforzamento dello yen che ha guidato le vendite sui titoli delle società maggiormente esposte ai mercati internazionali. Il calo della produzione industriale americana e il rallentamento dell’economia dell’area euro hanno contribuito ad aumentare l’incertezza sui mercati e questo ha contribuito al rafforzamento della valuta nipponica.
Spread in risalita
Avvio prudente per le Borse europee che cercano il rimbalzo dopo le forti perdite registrate nella seduta di ieri. Sul fronte macro non ci sono aggiornamenti di rilievo per quanto riguarda l’economia del Vecchio continente, mentre negli Usa saranno pubblicati i dati relativi alla fiducia dei consumatori e agli ultimi aggiornamenti sul settore immobiliare. Dopo il tonfo di ieri, in cui si sono bruciati oltre 17 miliardi di euro, Piazza Affari cerca il riscatto.
Il Ftse Mib apre a +0,20% grazie al recupero dei bancari. I dati sulle immatricolazioni in Europa penalizzano Fiat. Il Lingotto ha sottoperformato il settore e in avvio cede lo 0,14%. Sul fronte del debito sovrano si registra l’impennata dello spread, salito sopra i 180 punti base e ora stazionario attorno ai 178. L’euro è scambiato a 1,371 contro il dollaro Usa.
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