Seduta positiva per i listini asiatici. Wall Street ieri ha chiuso ritoccando i massimi storici e i dati macro della Cina fanno ipotizzare che il peggio per l’economia del Dragone sia ormai alle spalle. L’indice Pmi ha registrato a maggio il valore più alto degli ultimi cinque mesi e anche quello relativo solo al settore non manifatturiero ha registrato un miglioramento rispetto ad aprile. Questo, dicono gli analisti, potrebbe essere il segnale che la Cina sta risalendo dopo aver toccato il punto più basso.
Anche perché le speculazioni del mercato indicano la possibilità di nuovi stimoli da parte del Governo di Pechino. La Borsa di Hong Kong ha guadagnato lo 0,68%, mentre Shanghai ha chiuso attorno alla parità. A Tokyo, l’indice Nikkei ha guadagnato lo 0,66% ritornando sui livelli dello scorso aprile. A orientare le contrattazioni è stato il deprezzamento dello yen, indebolito anche dalle ultime dichiarazioni del Governatore della Bank of Japan che confermato l’impegno dell’istituto a raggiungere l’obiettivo del tasso d’inflazione al 2% entro i prossimi due anni.
Spread attorno ai 170 pb
Avvio debole sulle piazze finanziarie del Vecchio continente. In mattinata saranno resi noti i dati relativi ai prezzi al consumo e al tasso di disoccupazione dell’are euro, ma l’attesa del mercato è tutta concentrata sulla decisione della Banca centrale europea sui prossimi interventi di politica monetaria. Il mese scorso il Presidente della Bce Mario Draghi aveva annunciato l’intenzione di adoperare misure straordinarie per scongiurare il rischio deflazione. Giovedì si saprà di cosa si tratta.
A Milano il Ftse Mib segna -0,04%. Gli analisti premiano Banca Mps, che guadagna il 2,04%, e declassano Campari, che cede il 2%. Male anche World Duty Free. Spread attorno ai 170 punti base. L’euro è scambiato a 1,360 contro il dollaro.
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