eBay pianifica il rientro del tesoretto accumulato all’estero per rafforzare il suo posizionamento nel settore del commercio online. Il management del gruppo americano ha deciso di far tornare negli Stati Uniti circa nove miliardi di dollari di utili prodotti lontano dalla casa madre (tre di questi saranno assorbiti dal prelievo fiscale) per impiegarli su più fronti.
Nuovi investimenti
In primo luogo nell’investimento in nuove tecnologie per il mobile, sul cui campo si giocherà la prossima battaglia per il primato del commercio online. eBay impiegherà, inoltre, nuove risorse per rafforzare la sua presenza sui mercati internazionali, dai quali raccoglie già al momento oltre il 50% del suo fatturato e che presentano le migliori prospettive di crescita futura. Mentre il terzo progetto è legato al miglioramento dei suoi servizi al commercio, ovvero modalità di pagamento, logistica e spedizione, in modo da presentarsi come un partener indispensabile per tutte quelle aziende che vogliono vendere i loro prodotti sul canale Internet. Questo contribuirebbe a rafforzare l’effetto rete (in base al quale più è elevato il numero di operatori che commerciano su eBay, più altre aziende saranno attirate ad entrare nel network della società americana) che è uno dei fattori che garantisce al gruppo una posizione di vantaggio competitivo (Economic Moat).
Le previsioni degli analisti
I nostri analisti, però, non modificano le loro previsioni e mantengono invariato il loro obiettivo di prezzo a quota 63 dollari per azione, una valutazione superiore alle attuali quotazioni di mercato di circa il 20%. Nonostante l’azienda americana vanti un saldo posizionamento nel suo settore, il suo prezzo di mercato è molto suscettibile al volatile andamento delle vendite. E questo giustifica in parte la negativa performance degli ultimi tre mesi, in cui il titolo ha registrato sul Nasdaq una perdita di circa il 13%. Nei prossimi anni ci aspettiamo che il fatturato cresca ad un tasso medio del 12%, mentre i costi legati ai nuovi investimenti freneranno la salita del margine operativo che si manterrà stabile attorno al 20%.
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